Dal 2011 il canone Rai sale, da 109 euro a 110.5.
La Rai chiude in perdita. Un rosso di 108 milioni di euro, meno delle attese più grigie, che prevedevano, tre mesi fa, 116 milioni. E’ stato ridotto, inoltre, l’indebitamento finanziario, il cui valore si attesta attorno ai 200 milioni. Dati che non eviteranno agli utenti l’aumento del canone Rai, che da gennaio sale a a 110,5 euro, dai 109. Un balzo approvato dal ministro per le Telecomunicazioni Paolo Romani, previsto da tempo e giustificato in base al necessario «recupero dell’inflazione previsto dall’art. 47 del Testo Unico sulla televisione».
Con la manovra, dovrebbero entrare nelle casse della tv di Stato circa 30 milioni di euro, in più. Poca roba rispetto alle richieste di Viale Mazzini al ministero, che aveva tentato di ottenere 300 milioni di euro in più per coprire i costi di servizio.
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Ancora nulla di fatto, anche se l’ipotesi non è stata ancora esclusa, sulla possibilità di legare la riscossione del canone alle bollette elettriche per combattere l’evasione, che si aggira attorno ai 700 milioni di euro.
Dura la reazione dell’opposizione all’aumento: «Smentendo la retorica del “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”, il governo aumenta il canone Rai (+25 milioni circa di tasse per le famiglie italiane) per tamponare i buchi di un’azienda senza strategie e con una gestione politicizzata come mai in passato», ha dichiarato Benedetto Della Vedova, vicepresidente dei deputati di Fli.