Fu San Francesco d’Assisi l’inventore della grande tradizione del presepe. Lo fece per la notte del Natale del 1223, con una rappresentazione storica dell’evento che veniva fatta da persone in carne e ossa.

Già, perché il vero presepe è un presepe vivente, e ancora oggi in Italia e nel mondo se ne tengono parecchi, anche se ognuno a casa sua si fa il suo presepe di statuine. Fu nel paesino di Greccio in Umbria che si tenne questo primissimo presepe vivente e qui ancora oggi tutti gli anni si ripete la rappresentazione, ripresa in realtà negli ultimi trent’anni.



Ecco come Padre Giulio Calcagna, parroco di Greccio, racconta la storicità del presepe di San Francesco: “San Francesco era andato a visitare i luoghi dove Gesù era nato e vissuto ed era stato particolarmente impressionato dalla povertà di Betlemme. Nell’avvicinarsi del Natale, chiese ad un amico di Greccio, Giovanni Velita, di preparare un po’ tutto quello che serve per rappresentare la nascita di Gesù, come fosse Betlemme. Perché San Francesco voleva vedere ‘con gli occhi della sua carne’ – come dice il suo biografo Tommaso da Celano – e voleva celebrare anche la Messa. Voleva far capire agli uomini del suo tempo così come a noi oggi, che il nostro Salvatore non è nato soltanto 20 secoli fa a Betlemme, ma continua a nascere e ad incarnarsi sui nostri altari, ogni volta che si celebra la Santa Messa”.



Oggi, Greccio conta 1.500 abitanti, circa 60 quelli impegnati a dar vita alle sei rievocazioni storiche: la prima il 24 dicembre e l’ultima l’8 gennaio.

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