San Delfino di Bordeaux è il primo vescovo attestato con sicurezza storica della cittadina francese. Egli assisté, nel 380, al concilio di Saragozza, riunito per occuparsi di Priscilliano e dei suoi discepoli. L’inizio del suo episcopato fu, in realtà, turbato dalle controversie priscillianiste.
Priscilliano, nato ad Ávila intorno al 345, fu giustiziato con sei seguaci a Treviri nel 385 su ordine dell’imperatore Magno Massimo. Tra gli aspetti dell’eresia nota come Priscillianesimo ritroviamo il docetismo nella cristologia (ovvero negazione della carnalità di Gesù) e la credenza nell’astrologia (la motivazione della sentenza di morte è di magia).
Sotto il suo episcopato la cristianizzazione della diocesi di Bordeaux sembra aver fatto progressi importanti poiché a partire dall’anno 400 le iscrizioni ed i monumenti portano quasi tutti formule e simboli cristiani. Egli battezzò Paolino, il futuro vescovo di Nola, un po’ prima del 389, ispirandogli l’amore per l’ascetismo. Quando lasciò Bordeaux, Paolino, che considerava il vescovo come suo padre spirituale, ebbe con lui corrispondenza regolare. Ci restano cinque lettere indirizzate da Paolino a Delfino, scritte dal 393 al 401 e noi sappiamo che ve ne furono altre andate perdute. Le lettere del vescovo di Bordeaux disgraziatamente mancano: d’altra parte, nessuna sua opera è pervenuta fino a noi.
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L’etimologia del nome si presta a numerose interpretazioni: in parte deriva sicuramente dal greco delphys, "utero", appellativo dato al delfino in quanto animale mammifero. In questo senso è diventato un soprannome medievale riferito simbolicamente alle virtù di questo cetaceo: bontà, mansuetudine, amicizia con l’uomo. Nel francese antico il nome personale e titolo onorifico Dauphin veniva dato al primogenito erede al trono.