Due le piste fondamentali battute al momento dagli inquirenti: da un lato si presta senmpre più attenzione alle testimonianze, dall’altro si effettuano ricerche negli invasi e nelle vasche d’acqua.
«Le ricerche sono serrate e stiamo seguendo più piste tra cui quella legata alle conoscenze familiari»: lo ha dichiarato il questore Vincenzo Ricciardi dopo che a Bergamo è stato convocato un vertice per fare il punto sulle indagini per la scomparsa di Yara Gambirasio, a cui hanno partecipato anche il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Roberto Tortorella, il capo della squadra mobile Gianpaolo Bonafini e quello del Servizio centrale operativo, Gilberto Caldarozzi.
Un secondo vertice è in corso e domani, alle 12.30, il questore illustrerà gli ultimi eventuali sviluppi in una conferenza stampa. Nel frattempo, gli inquirenti stanno dando sempre più spazio alle testimonianze. Come quella del giovane che afferma che nei giorni precedenti alla scomparsa un uomo è stato visto stazionare di fronte alla scuola di Brembate di Sopra in auto, lasciando pensare che si trattasse di un maniaco, lo stesso – è un’ipotesi – che a pochi chilometri di distanza, a Villa d’Almé, avrebbe tentato di convincere una ragazzina a salire sulla propria vettura.
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C’è, poi, un’latra persona che sostiene di aver udito, nelle ore della sparizione, un urlo e di aver visto due italiani litigare. Si segnala poi una singolare anomalia: Enrico Tironi, il vicino che due giorni dopo la scomparsa di Yara aveva riferito di aver visto la 13enne parlare con due adulti accanto ad un’auto con un’ammaccatura, non sarebbe mai stato denunciato per falso ideologico e procurato allarme, notizia che, invece, sembra fosse stata diffusa dagli stessi carabinieri. Un’altra pista battuta è quella della ricerca negli invasi e nelle vasche d’acqua della zona, che grazia alla tregua del maltempo, possono ora essere setacciate a fondo.