Eminenza Reverendissima,
desidero ringraziarLa a nome di tutti per la Sua paterna partecipazione a questa S. Messa nel quinto anniversario della nascita al cielo di don Giussani. Siamo pieni di gratitudine al Signore per la sua vita e perché questa realtà che da lui è nata è viva e ci impegna a immedesimarci sempre di più con il suo carisma. Più passa il tempo, più ci rendiamo conto che è la risposta adeguata alle circostanze che stiamo vivendo.
Constatiamo con gratitudine che, seguendolo, don Giussani ci diventa sempre più padre, ci genera sempre di più. Lo vedo quando visito le nostre comunità nel mondo e in Italia: è impressionante come lui continui a essere presente e continui ad accompagnarci con tutto quanto ci ha lasciato e con tutto ciò che opera in noi e per noi nel presente.
La sua paternità rende possibile nella nostra vita quell’esperienza di Cristo descritta con efficacia da Vostra Eminenza: «Il rapporto tra Gesù e noi non è un rapporto generico, indistinto… ma un rapporto personale, personalissimo: tocca ciascuno di noi nella propria unicità e irripetibilità» (Omelia nella Solennità di Sant’Ambrogio, 7 dicembre 2009). Da questa esperienza fiorisce quell’apertura della vita, richiamata dal Santo Padre nel messaggio per la Quaresima appena iniziata: «Grazie all’azione di Cristo, noi possiamo entrare nella giustizia “più grande”, che è quella dell’amore (cfr Rm 13,8-10), la giustizia di chi si sente in ogni caso sempre più debitore che creditore, perché ha ricevuto più di quanto si possa aspettare».
È a partire da questa infinita gratitudine per il Signore e per la grazia del carisma di don Giussani che consegniamo alla Sua persona di Pastore la nostra esistenza, nella disponibilità a servire la Chiesa dei SS. Ambrogio e Carlo, che ha generato il sacerdozio di don Giussani e goduto e gode della sua fecondità, per il bene dei nostri fratelli nella fede e di tutti gli uomini di buona volontà, che sinceramente cercano nella fatica del vivere un senso pieno alla loro vita.
Grazie, Eminenza!
Don Julian Carron, presidente dell’Associazione Fraternità di Comunione e Liberazione
(Saluto finale al cardinale Dionigi Tettamanzi Duomo di Milano, 22 febbraio 2010)