Mentre stava effettuando le manovre di avvicinamento all’aeroporto russo di Smolensk è avvenuto l’imprevedibile. L’aereo con a bordo il presidente polacco Lech Kaczynski è precipitato e si è schiantato al suolo per cause ancora da accertare.
L’agenzia russa Itar tass ha inizialmente riferito di 87 morti e di pochissime chance per trovare qualche sopravvissuto, compreso il presidente polacco, diretto nella Russia occidentale per commemorare le vittime di Katyn, la città ove si svolse l’eccidio passato alla storia come il massacro della foresta di Katyn (o più semplicemente Massacro di Katyn) che avvenne durante la seconda guerra mondiale e comportò l’esecuzione di massa, da parte dei sovietici, di soldati e civili polacchi che fece quasi 22.000 vittime accertate.
La foresta di Katyn, infatti, si trova vicino al villaggio di Gnezdovo, a breve distanza da Smolensk.
Ora, invece, il ministero delle Emergenze Russo ha parlato di 137 morti e di nessun sopravvissuto: a bordo dell’aereo, un Tupolev Tu-154, oltre al presidente c’erano sua moglie, il governatore della banca centrale polacca, Slawomir Skrzypek, il capo di stato maggiore dell’Esercito e il viceministro degli Esteri, Andrzej Kremer.
Arrivano intanto le prime conferme ufficiali di quanto avvenuto, e del fatto che sia coinvolto anche il Presidente Polacco Kaczynski. Un portavoce del ministero degli Esteri polacco, citato dall’agenzia locale Pap, ha confermato ufficialmente che l’aereo del presidente polacco Lech Kaczynski è precipitato, ma non ha dato conferma sull’esatto numero dei morti, né sulla possibilità di trovare superstiti, ma le sue dichiarazioni – laconiche – lasciano poco spazio alla speranza.