In contemporanea con l’inaugurazione ufficiale dell’ostensione della Sindone di Torino, il circolo UAAR – l’Unione degli atei razionalisti agnostici – di Livorno ha organizzato l’ostensione di una seconda “Sindone”, realizzata dal prof. Luigi Garlaschelli.
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La tesi di fondo, per lo Uaar, è che quella esposta a Torino sia semplicemente un’opera d’arte. Secondo l’Uaar, il volto impresso sulla Sindone sarebe troppo poco macchiato. Mentre, in presenza di sangue, ci dovrebbero essere molte più macchie. Per realizzare la Sindone, l’artista avrebbe usato un bassorilievo per rappresentare un volto riconoscibile dai pellegrini.
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Secondo l’Uaar, inoltre, la datazione derivata dalla prova del carbonio, avrebbe dimostrato che la Sindone risale al 1300. E che quindi si debba escludere che possa trattarsi del telo che ha contenuto il corpo di Cristo.
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– In realtà, lo Uaar, nel realizzare una seconda Sindon, non ha dato vita a questa eclatante dimostrazione. Le numerose analisi compiute sul telo o i riscontri scientificamente inspiegabili, come il fatto che la sulla sindone sia impresso il negativo (in senso fotografico ) di un uomo, cosa per la quale sarebbe necessario sprigionare un energia di tipo nucleare, sono cosa ben distante dalla riproduzione fatta dalla Uaar. Che assomiglia alla Sindone, solo vagamente e in senso estetico. «Per poter affermare di aver ottenuto (non importa con quale tecnica o metodo) un’immagine identica a quella sindonica è indispensabile effettuare su di essa le stesse analisi fatte sulla Sindone ed ottenere tutti gli stessi identici risultati» è stato infatti il commento di Bruno Barberis, direttore del Centro Internazionale di Sindonologia,
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