L’attacco incrociato contro Benedettto XVI non dà tregua. Questa volta a scatenare nuove polemiche contro Ratzinger è il quotidiano Libération. Le accuse, trattandosi del quotidiano di riferimento della sinistra francese, hanno il sapore del già sentito. Eppure, la risonanza internazionale di ogni nuovo attacco legato agli abusi sessuali, e al presunto insabbiamento da parte dell’allora cardinal Ratzinger, ai tempi a capo della Congregazione della Dottrina della Fede, iniziano a essere sempre più frequenti e violenti.



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– Questa volta, l’ennesimo attacco a Ratzinger, proviene dal quotidiano francese Libération. Che, in prima pagina, si riferisce provocatoriamente al Pontefice con un articolo dal titolo eloquente: “Bisogna cambiare Papa”. Secondo il vicedirettore di LIbération Francois Sergentin, che firma un editoriale, «La Chiesa, per gli uomini del XXI secolo, è un’impresa umana e come tale sarà giudicata». Per il vicedirettore di Libération «Dovrà mostrare una totale trasparenza e lasciare che sia la giustizia degli uomini a processare i preti accusati. Resta da vedere se l’attuale Papa saprà rispondere a questa crisi».



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Non si fa attendere la replica dell’Osservatore Romano, l’organo ufficiale della Santa Sede. Che ritiene le accuse «Una propaganda grossolana contro il Papa e contro i cattolici». Così definisce il tiro al bersaglio contro Benedetto XVI nel titolo di un articolo in cui raccoglie numerose dichiarazioni di sostegno dei vescovi di tutto il mondo «vicini a Benedetto XVI, bersaglio di un’ignobile operazione diffamatoria».

 

 

Intanto in Gran Bretagna aumentano la tensione e il clima di insofferenza nei confronti della visita del Papa prevista per il prossimo settembre. In seguito agli scandali legati ai preti pedofili, sul sito ufficiale di Downing Street, residenza del primo ministro britannico, sarebbero state raccolte oltre 10mila firme, attraverso una petizione, per chiedere che la visita del Papa in Inghilterra e in Scozia venga annullata.



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Anche il New York Times rincara la dose. Dopo aver scritto di padre Lawrence Murphy, il prete accusato di aver abusato di 200 ragazzini, quando insegnava presso la St. John School di Milwaukee, coperto – secondo il quotidiano – dal Vaticano, aggiunge un altro particolare: secondo il New York Times Murphy avrebbe proseguito con gli abusi anche dopo essere stato isolato. Per il New York Times Murphy – dall’esilio nel’74 fino alla sua morte, avvenuta nel ’98 – avrebbe molestato altri innocenti.

 

 – Accuse meno dirette, ma rivolte pur sempre a gettare fango sul Papa e sulla Santa sede, provengono anche da esponenti di spicco della comunità ebraica. «Si tratta di parole ingiuriose espresse alla presenza del Papa. Per questo Benedetto XVI dovrebbe assumersi le sue responsabilità e chiedere scusa per questa analogia vergognosa». Così si è espresso Marvin Hier, rabbino del Centro Simon Wiesenthal, che si è fatto portavoce della comunità ebraica americana riferendosi all’intervento di Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia. Cantalamessa, citando un proprio amico ebreo, aveva paragonato le accuse al Papa all’antisemitismo. Ancora più infamante è il commento del segretario generale degli ebrei tedeschi, Stephan Kramer, che – a proposito dell’intervento di Cantalamessa – ha dichiarato che il Vaticano «ha fatto ricorso ai suoi metodi abituali utilizzati da decenni per coprire e nascondere le storie che infangano la Chiesa cattolica».