MILANO – Due operai protestano sulla gru del palazzo della Regione Lombardia – Da questa mattina due operai di un’azienda (Raimondi) impegnata nella costruzione della nuova sede della Regione Lombardia (Via Melchiorre Gioia) sono saliti su una gru a 60 metri d’altezza per protestare. Infatti rischiano il posto di lavoro poiché la cassa integrazione per loro è scaduta. Chiedono quindi che sia concessa a loro, e ad altri 19 colleghi, la cassa integrazione in deroga.



La protesta è stata resa pubblica dalla Fiom, che ora chiede l’intervento del Presidente della Lombardia Roberto Formigoni. In un comunicato il sindacato scrive: «Tocca alla regione Lombardia e al suo presidente intervenire perché ai 21 della Raimondi Gru, e a tutti i lavoratori che potrebbero trovarsi nelle loro condizioni, venga consentito di non finire sulla strada».



In realtà la responsabilità ultima della situazione non è imputabile a Formigoni. Infatti, il Tribunale fallimentare di Milano, cui spetta concedere l’autorizzazione per accedere all’ammortizzatore sociale, si rifiuta di firmare, spiega la nota della Fiom, perché la cassa in deroga incide sul Tfr di cui un’azienda fallita non può farsi carico e lavoratori e sindacato decidono di rinunciare temporaneamente alla quota di Tfr per poter accedere dalla cassa in deroga che è indispensabile per dare una possibilità di rientro al lavoro ai 21 dipendenti.

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Il giudice ha però risposto che questo non è possibile perché i lavoratori non possono rinunciare a qualcosa di cui non hanno ancora diritto. Tuttavia, sottolinea la Fiom, sulla base della normativa regionale, alla cassa in deroga possono accedere una serie di soggetti, comprese le realtà fallite e dunque deve essere esigibile da tutti questi soggetti, senza che un cavillo burocratico o la libera interpretazione di un giudice la possa bloccare.