Anche quest’anno il Primo Maggio non passa inosservato dalle parti di Mountain View. Il nuovo Google Doodle dedicato ai lavoratori ha un gusto vagamente “sovietico”. Quale grafica, infatti, meglio di quella maturata all’orbita dello stato dei lavoratori e dei contadini?
Ormai certamente scevro da ogni connotazione politica, certo, resta il fascino di quei colori e di quelle forme che – con un richiamo velato a Chaplin – rappresentano il lavoratore in azione nell’immaginario collettivo.
Un logo che ha ancor più sapore di passato, visto che l’economia in crisi del 2010 ha abbandonato lo sviluppo industriale per seguire le chimere e le pietre filosofali degli strumenti finanziari a oltranza.
Oggi la festa dei lavoratori vede i sindacati uniti a Rosarno, in Calabria, luogo simbolo purtroppo del conflitto sociale e tra le forze lavoro con la rivolta degli immigrati irregolari sottoimpiegati nella raccolta degli ortaggi di alcuni mesi fa.
La festa dei lavoratori quest’anno si è distinta anche per le polemiche sui negozi aperti, in un week end che poteva essere un toccasana per i commercianti di molte città. Ma perché molte voci si sono levate per chiedere la chiusura dei negozi, impedendo in tempo di crisi di realizzare dei guadagni, e nessuno per – pur permettendo l’apertura dei negozi – chiedere e pretendere per i dipendenti il pagamento degli straordinari?
Quella che Google celebra su scala mondiale come festa dei lavoratori, oggi, rischia davvero di essere una festa di pochi, in un momento in cui il lavoro grazie alla crisi non va celebrato, ma difeso e tutelato.