Benedetto XVI ha inviato il suo messaggio in occasione dell’apertura del Kirchentag, la Giornata ecumenica delle Chiese, iniziata ieri a Monaco di Baviera, Germania. Tema del raduno è: “Affinché abbiate la speranza”. “La Chiesa resta luogo della speranza” scrive il Papa “anche nei momenti di tribolazione”. In momenti come questi, “siamo stati confrontati costantemente con notizie che vorrebbero toglierci la gioia della Chiesa, oscurarla come luogo di speranza”. C’è una zizzania presente tra quanti sono chiamati al servizio del Signore, che “esiste proprio in mezzo alla Chiesa e tra coloro che il Signore in modo particolare ha chiamato al suo servizio”. Eppure, dice Benedetto, “la luce di Dio non è tramontata, il frumento buono non è stato soffocato dalla semina del male”.
Anzi, afferma, “se osserviamo non soltanto quanto vi è di oscuro, ma anche quello che è luminoso nel nostro tempo, vediamo come la fede renda le persone pure e buone e le educhi all’amore”. Proseguendo nel suo messaggio, il Papa chiede cosa sia allora la speranza: “Mentre riflettiamo su tutto quello che possiamo e dobbiamo fare ci rendiamo conto che le cose più grandi non le possiamo fare”. Le cose grandi “possono venire a noi soltanto come un dono: l’amicizia, l’amore, la gioia, la felicità”. Anche la vita, prosegue, “non possiamo darcela da soli”. Oggi, aggiunge, “quasi nessuno parla più della vita eterna, che una volta era il vero oggetto della speranza”.
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– Senza speranza, la vita “inevitabilmente diventa egoista e alla fine rimane insaziata”. La vera fonte della speranza è una sola: Gesù Cristo. “Noi non siamo stati lasciati soli. Dio è vivo”, “possiamo rivolgerci a Lui e Lui mi ascolta”. Noi “possiamo conoscere Dio” e “Lui conosce noi”. Questa, conclude il Papa, è “la nostra speranza e la nostra gioia”.