Un operaio è stato licenziato perché ha accompagnato il figlio a scuola. L’operaio licenziato perché ha accompagnato il figlio a scuola, si è trovato a dover scegliere tra il rispettare il nuovo turno nella propria azienda, alle 7 invece che alle 8.30, o adempiere ai suoi doveri di genitore. Nonostante abbia fatto presente tramite il sindacato che non avrebbe potuto iniziare a lavorare prima delle 8.30, è stato egualmente licenziato in tronco.
E’ stato licenziato perché doveva accompagnare il figlio di 4 anni a scuola. E’ accaduto ad Alex Barbieri, ex operaio di 37 anni alla Bigarella, un’azienda operante nel settore dei distributori automatici di bevande e snack, di Cassano d’Adda (Milano). L’uomo, originario di Bergamo ma residente a Paderno d’Adda (Lecco), per due settimane al mese, il periodo in cui la madre del bambino aveva il turno delle 6 nella sua azienda , era l’unico che avrebbe potuto portare a scuola il figlio. E così, Appena uscito dalla cig in deroga, gli è stato impossibile rispettare il nuovo turno della sua azienda: avrebbe dovuto iniziare, infatti, alle 7 invece che alle 8.30. Richiamato in servizio, ha contestato il novo turno che gli avrebbe reso impossibile adempiere al suo dovere di genitore costituzionalmente riconosciuto, e ha comunicato, attraverso il sindacato, che può arrivare in azienda solo alle 8.30. Ma il 14 del mese, viene licenziato in tronco. «La titolare, quando ho avvisato che il giorno dopo sarei arrivato alle 8,30 invece che alle 7 perché non potevo fare a meno di portare il mio bambino a scuola mi ha detto “fai pure, poi domani vedrai…”. Il vedrai è stata una lettera di licenziamento che mi è stata consegnata sulla porta della ditta», ha spiegato Barbieri. «Mia moglie – ha continuato – è operaia in un’azienda per la lavorazione di gomma e plastica a Robbiate, nel Lecchese, e deve fare i turni dalle 6 del mattino. Quindi non posso che essere io a dover esercitare il mio dovere di padre».
La vicenda, in ogni caso, non finisce qui. Angelo Pedrini, sindacalista della Cub, la Confederazione unitaria di base, ha comunicato che assieme a Sdl, Rdb e Cobas ha chiesto l’intervento della Consigliera provinciale di parità perché vengano applicate le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che sono previste dalle leggi europee.