I “bamboccioni” sono in aumento. Lo dice il rapporto annuale dell’Istat che rivela come i bamboccioni, dall’83 al 2009 siano qausi triplicati. L’Italia, inoltre, sarebbe il Paese con il più alto numero di bamboccioni.
BAMBOCCIONI IN AUMENTO – I “bamboccioni per forza” sono in continuo aumento. Costretti dai problemi economici a rimanere nel “nido”, sono quasi triplicati dal 1983 (dall’11,8% al 28,9% del 2009). La convivenza forzata dipende soprattutto da questioni economiche (40,2%) e dalla necessità di proseguire gli studi (34%). E’ l’Italia il paese con il più alto numero di giovani che non studiano e non lavorano. Lo annuncia l’Istat nel rapporto annuale presentato oggi. In casa con mamma e papà non per comodità ma per necessità. Una categoria di giovani sempre più in aumento sono anche i Neet (Non in Education, Employment or Training) nel nostro paese sono oltre 2 milioni. Per il 21,2% sono compresi in un’età tra i 15 e i 29 anni, per la maggior parte di genere maschile e sono a rischio di emarginazione ed esclusione. I giovani disoccupati e “bamboccioni per forza” sono il 65,8% del totale. Un dato che è molto cresciuto nel 2009 a causa della crisi economica: 126 mila in più, concentrati al nord (+85 mila) ed al centro (+27 mila) ma presenti soprattutto nel Mezzogiorno (oltre un milone). Partendo da questi dati emerge che la categoria dei giovani è una delle più penalizzate dalla crisi economica (insieme ai padri di famiglia cassaintegrati e alle donne madri). Fra i Neet si trovano laureati (21% della classe di età) e diplomati (20,2%) che perdono il lavoro e che nel vivere prolungatamente il loro stato di inattività fanno sempre più fatica a reinserirsi nel mondo lavorativo. Nel 2007 (dati Ocse), l’Italia registrava già il 10,2% di Neet contro il 5,8% dell’Ue mentre tra il primo trimestre del 2008 e lo stesso periodo del 2009 la probabilità di rimanere nella condizione di Neet è stata del 73,3% (del 68,6% nell’anno precedente).
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Il fenomeno è in continua crescita che coinvolge soprattutto individui maschi residenti al nord. Alla più elevata permanenza nello stato di Neet si accompagna anche un incremento del flusso in entrata di questa condizione degli studenti non occupati (dal 19,9% al 21,4%) ed una diminuzione delle uscite verso l’occupazione.