Gli aderenti al sindacato autonomo Fast Ferrovie si ribellano a Trenitalia. E in una lettera indirizzata al ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, chiedono che il famigerato modulo di schedatura dei Rom, «dall’evidente intento discriminatorio» venga modificato. Si tratta di un modulo, girato tra il personale di Trenitalia, mai – pare utilizzato -, che servirebbe, secondo le disposizioni di Trenitalia, a segnalare e contare ogni passeggero di etnia rom che sale o scende dal treno alla fermata di Salone, tra Avezzano e Roma Tiburtina. La schedatura sarebbe affidata a capotreni e controllori.
«La richiesta ai capotreni di indicare viaggiatori di etnia rom, meramente in quanto tali e senza alcun’altra motivazione, non può avere altra lettura che la discriminazione» ha scritto al ministro Carfagna il segretario di Fast, Piero Serbassi. «Noi crediamo – ha aggiunto – che tutto ciò non possa essere tollerato. Per questo siamo a chiederle un intervento». Secondo Trenitalia non è necessario alcun intervento, per il semplice fatto che il modulo non è mai stato utilizzato. In ogni caso, secondo Trenitalia, si sarebbe trattato di una questione legata alla sicurezza, dal momento che la fermata di Salone si trova nei pressi di un enorme campo nomadi e, chiusa nel 2002 per ragioni di sicurezza, è stata riaperta solo ad aprile. I passeggeri, in passato, avevano ricevuto numerose minacce e la riapertura era stata concessa a patto che fossero introdotti controlli severi.
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In ogni caso, Fast Ferrovie si pone anche problemi di natura pratica: «Come fa – si domanda Serbassi nella lettera – il personale a stabilire che il cliente in questione sia inequivocabilmente di etnia rom?».