Quello di ieri a Terni doveva essere per Taricone un lancio con il paracadute come tanti altri ne aveva già fatti in passato. Ma per l’attore, nonché mattatore della prima edizione del “Grande Fratello”, qualcosa è andato storto. Che cosa sia successo esattamente lo dovrà stabilire l’indagine svolta dalla polizia. Dalle testimonianze già raccolte dagli investigatori è emerso che il paracadute di Taricone si é aperto regolarmente dopo un lancio da 1.500-2.000 metri di altezza. Poi, però, un colpo di vento o una manovra errata nelle ultime fasi del volo lo hanno fatto finire a terra a una velocità ben superiore a quella prevista.
Proprio l’ipotesi di un errore nelle operazioni di frenata è quella maggiormente presa in considerazione dagli investigatori della questura di Terni. Taricone, paracadutista definito «esperto» da chi lo conosce, con alle spalle centinaia di lanci, potrebbe averla ritardata eccessivamente, finendo a terra con violenza praticamente davanti agli occhi della compagna, l’attrice Kasia Smuntiak, che si era lanciata dopo di lui. E sembra che con la coppia si trovasse a Terni anche la loro figlia di sei anni, Sophie. «O guerriero» è un frequentatore abituale della base umbra da circa un anno e mezzo. Qui si era più volte lanciato con la scuola di paracadutismo «Gordio». Al presidente della società che gestisce l’area, Sergio Sbarzella, aveva confidato nei mesi scorsi che per lui il paracadutismo non era «solo uno sport, ma un’attività che forma l’equilibrio psico-fisico della persona».
Ieri Taricone aveva raggiunto Terni per partecipare a un corso sulla sicurezza in volo di livello intermedio. Due ore di teoria poi un primo salto senza problemi. Quindi di nuovo in quota con un aereo Cessna caravan turbo elica insieme ad altri sette compagni tra i quali la moglie, che a sua volta, nei mesi scorsi, aveva avuto un incidente, sempre con il paracadute, uscendo però indenne. Taricone è saltato per primo e – ha spiegato uno degli appartenenti alla scuola Gordio – a circa 1.200 metri si é regolarmente aperto il paracadute ad ala. A un centinaio di metri da terra l’attore doveva cominciare le operazioni per rallentare la velocità in vista dall’atterraggio che invece – ha riferito ancora chi ha assistito a quanto successo – sono state messe in atto solo a 20 metri dal suolo. Perché sia successo lo chiarirà l’inchiesta in corso. Taricone è comunque finito a terra con violenza.
E’ stato subito soccorso sul posto da un’ambulanza del 118 e il personale a bordo lo ha rianimato dopo un arresto cardiaco. Senza che riprendesse mai conoscenza, l’ex concorrente del Grande fratello é stato trasportato in ospedale scortato anche da una pattuglia della polizia che ha fatto da staffetta al mezzo di soccorso. La situazione è apparsa subito gravissima ai medici. Taricone aveva infatti riportato diverse fratture, traumi al cranio, al volto e al bacino. I sanitari avevano anche riscontrato un’emorragia alla testa e all’addome. E’ stato quindi immediatamente operato. Poi, la morte. All’ospedale si è subito recata la compagna di Taricone, presto raggiunta dai parenti più stretti. Tutti chiusi nel più stretto silenzio. Con loro anche il sindaco ternano Leopoldo Di Girolamo, i responsabili della scuola di paracadutismo e quello dell’aviosuperficie, dove nei mesi scorsi, in diversi incidenti, erano morti altri due paracadutisti. La speranza di tutti era che Taricone riuscisse a riprendersi. E invece questa volta «O guerriero» non ce l’ha fatta a vincere la sua battaglia più importante.
LA “MALEDIZIONE” DI MARATTA – Tre aprile, primo maggio e 28 giugno. Tre incidenti, tre morti. La “maledizione” dell’aviosuperficie di Maratta. Con scadenza quasi mensile, l’aviosuperficie Alvaro Leonardi di Maratta a Terni chiede il suo tributo di sangue. E’ una pista situata a circa un chilometro fuori dalla città in cui si recano gli appassionati di lanci provenienti da Roma e dintorni ma anche dalle Marche. Tre morti negli ultimi tre mesi, una maledizione che sembra aver colpito la struttura.
Il 3 aprile muore Flavio Pandimiglio, 27 anni, romano. Sono i giorni delle festività di Pasqua. Due paracadutisti si lanciano dallo stesso aereo decollato dall’aviosuperficie di Maratta insieme ad altre venti persone. Si lanciano da circa 4mila metri di altezza. I due per motivi rimasti poco chiari – si parla di un colpo di vento che li ha spinti uno sull’altro – si intrecciano tra di loro durante la discesa e precipitano da un’altezza di circa 40 metri. L’impatto fra i due è violento, Pandimiglio muore sul colpo. Si tratta probabilmente delle conseguenze di una virata eseguita in caduta a farli scontrare.
Finiscono uno sopra l’altro, con il peso dei corpi uno dei due paracaduti a forma di vela si sgonfia e i due precipitano a terra a tutta velocità. Flavio Pandiglio muore sul colpo. L’altro paracadutista, Simone Cipriani, viene trasportato in gravissime condizioni all’ospedale ma se la caverà. Il giornale online Terni Magazine commenta a proposito della dinamica: “Un lancio che doveva essere tranquillo è costato così la vita al ragazzo romano che abitualmente frequentava la scuola attiva a Terni da circa un anno. Con il peso il primo paracadute è collassato e così poi anche l’altro: alla fine le due vele si sono intrecciate e i due sono finiti rovinosamente a terra da un’altezza di circa 40 metri”. “È stata una collisione in volo a velatura aperta nella fase finale dell’atterraggio” dicono alla scuola di volo The Zoo.
Primo maggio, ancora all’aviosuperficie Maratta di Terni, ancora un giorno di festa. Sei persone si lanciano dalla medesima altezza, circa 4mila metri. Nella prima parte del lancio i sei usano le tute alari, quindi aprono ognuno il proprio paracadute. E’ in questo momento che due dei sei paracadutisti si scontrano tra di loro: uno dei due non riesce ad aprire il suo paracadute di emergenza. E’ Paolo Capretti, 38 anni, di Ripatransone (San Benedetto del Tronto) che si schianta a terra morendo sul colpo. Si è scontrato durante la discesa con Claudio Antonini, un trentatreenne di Firenze. Nell’impatto con il suolo, Antonini si rompe una gamba.
Già nel caso del precedente incidente, quello terminato con la morte di Flavio Pandiglio, l’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) e la magistratura avevano aperto una inchiesta ed effettuato ispezioni all’interno della struttura avio portuale. Adesso, 28 giugno, l’incidente a Pietro Taricone.
Se la tendenza rimarrà invariata, quest’anno sarà tristemente ricordato per aver conquistato il primato di annus horribilis degli incidenti avvenuti tra i paracadutisti amatoriali. I dati ufficiali, al momento non sono disponibili. Tuttavia, secondo le informazioni fornite dagli istruttori di volo, sarebbero già 7 i morti a metà anno in un incidente con il paracadute, cifra che supera di gran lunga quell’anno precedente.
Secondo le scuole di volo, la cifra del 2010 supera significativamente quelle degli anni passati. A quanto comunica il sito cadutalibera.it, infatti, le morti registrate in seguito ad un lancio con il paracadute nel 2009, sarebbe solamente 2: la prima, avvenne il 1 gennaio in seguito alla mancata apertura del paracadute; la seconda fu causata, il 3 marzo da un atterraggio con turbolenza. Il primo paracadutista deceduto aveva effettuato più di cento lanci, mentre il secondo era alla sua prima esperienza.
In tutto il mondo, a quanto riferisce la Federazione Internazionale dell’Aviazione, nel 2008 sarebbero stati effettuati circa 5,7 milioni di lanci con il paracadute da 918 mila estimatori di uno tra gli sport più estremi in assoluto. Tra questi, mezzo milione di persone si sarebbero lanciate senza alcuna esperienza, inoltrandosi per la prima volta nel mondo del paracadutismo amatoriale. In tutto, sempre nel 2008, complessivamente ci sarebbero stati nel 2008 70 incidenti mortali, il 16 per cento dei quali causati da problemi avvenuti nel corso dell’ultima fase di atterraggio, con una dinamica simile a quella che ha provocato la morte dell’attore Pietro Taricone. In particolare, poi, nel 2008 sono state 11 le persone morte per un avvitamento a pochi metri dal suolo, mentre l’11,4 per cento dei decessi riguardava amatori al loro primo lancio.
Le norme di sicurezza fondamentali per i lanci con il paracadute a cura dell’ENAC. L’intero codice di regolamentazione sicurezza è attualmente in fase di revisione ed è imminente il nuovo regolamento. Obbligatorio per essere ammessi ai corsi di addestramento certificazione di idoneità psicofisica di seconda classe. Queste le principali norme previste dall’attuale regolamento:
“Un paracadutista, per lanciarsi, deve: avere effettuato almeno un lancio negli ultimi tre mesi; ogni dodici mesi, sulla licenza deve essere presente un visto di controllo periodico, rilasciato da una scuola di paracadutismo autorizzata, attestante (così come riportato dal libretto dei lanci) che nei dodici mesi precedenti è stata effettuata la seguente attività addestrativa minima: 15 lanci con paracadute planante; 10 minuti complessivi di caduta libera.
Se il paracadutista è carente rispetto a queste prescrizioni, può effettuare attività presso una scuola autorizzata, per la ripresa ed il controllo delle proprie capacità.
Il paracadutista può, nel corso della propria attività e dal 18° anno di età, essere addestrato a particolari tecniche di lancio, che richiedono abilità specifica, esperienza e addestramento periodico. La licenza di paracadutista consente al titolare di esercitare l’attività di lancio da aeromobili (velivoli o elicotteri); partecipazione a manifestazioni sportive, anche a carattere pubblico, praticando specifiche tecniche di lancio, nelle quali abbia acquisito la specifica abilità.
Il requisito di ammissione all’addestramento consiste nella certificazione di idoneità psicofisica di seconda classe.
Il candidato al conseguimento della licenza di paracadutista, dopo l’addestramento teorico e pratico presso una scuola autorizzata, deve superare due prove di idoneità, che comprendono la pratica del lancio e una prova scritta con il sistema di domande a risposta multipla (quiz). Il rilascio della licenza di paracadutista, secondo quanto previsto dalla normativa in vigore, può avvenire al compimento del sedicesimo anno di età. Come i piloti, anche i paracadutisti sono soggetti alla continuità dell’ esercizio delle proprie capacità, se desiderano mantenerle”.