Il liceo scientifico Vittorio Veneto non segue le ordinanze del ministro Gelmini. In particolare la numero 44 del 5 maggio, che dice: “Sono ammessi solo gli alunni che conseguono nello scrutinio finale una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline”. Si tratta comunque di una ordinanza suscettibile di interpretazioni perché l’ordinanza stessa aggiunge che “il consiglio di classe adotta liberamente criteri e modalità da seguire per la formalizzazione della deliberazione di ammissione”. In questo senso al liceo scientifico Vittorio Veneto di Milano hanno lasciato fuori dagli esami di maturità su 180 studenti solo quattro. Il preside ha commentato: “La legge era inapplicabile, come avremmo potuto non ammettere un ragazzo per colpa di una sola insufficienza?. Ma siamo stati equilibrati, solo quattro esclusi dall’esame”.
In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, il preside sottolinea che non si tratta di un ritorno al famigerato sei politico: “Preferirei non definirlo così. Piuttosto lo chiamerei attenta valutazione del profitto di ciascuno studente, senza penalizzarlo a tutti i costi”. Il preside però ha anche trovato un riscontro positivo nell’ordinanza Gelmini: “C’è da dire che le nuove regole del ministro Mariastella Gelmini hanno sortito un buon effetto: spaventati all’idea di non poter fare l’esame, i ragazzi si sono impegnati un po’ di più rispetto agli anni passati”.
– Il preside, professor D’Elia, ha infine commentato: “È come con il 5 in condotta: non ci siamo mai sognati di bocciare, pur nel rispetto della norma. I nostri professori sanno applicare le leggi, ma non dimenticano mai di avere a che fare con i giovani. Non sono aridi esecutori di circolari”.