La Consulta ha bocciato il ricorso del governo contro le legge della Regione Toscana sull’immigrazione. Esulta il presidente, Enrico Rossi, che ora annuncia nuove battaglie per estendere altri diritti agli immigrati. Nel pieno del rispetto di quanto è garantito già “dalle Convenzioni, dai principi del diritto internazionale e dalla nostra Costituzione” afferma il presidente. Annuncia dunque di promuovere “un disegno di legge regionale che consenta intanto la partecipazione al voto amministrativo a chi è regolare”. E questo il punto più controverso della nuova battaglia della Toscana e che suscita le ire della Lega, che accusa l’amministrazione della regione rossa di discriminare gli italiani privilegiando gli immigrati “non sarà certo la sentenza della Corte Costituzionale a legittimare una norma ingiusta e razzista verso i cittadini toscani. Questa legge è vergognosa” hanno detto gli esponenti leghisti.
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La sentenza della Corte costituzionale che boccia il ricorso presentato dal governo contro la legge toscana sull’immigrazione è arrivata a un anno di distanza da quando Berlusconi aveva annunciato in tv da Vespa la volontà dell’esecutivo di fare ricorso. Che la Consulta ha dichiarato inammissibile e non fondato.
La legge regionale della Toscana sull’immigrazione prevede, oltre agli uguali diritti per immigrati regolari e cittadini italiani, l’assistenza sociale e sanitaria urgente e indifferibile per i clandestini. Anche se privi del permesso di soggiorno, in altre parole, gli stranieri assistenza trovano nelle strutture e nei servizi messi a disposizione dalla Regione, come – in caso di particolare gravità – l’accesso temporaneo a dormitori e mense. Senza maggiori costi per i contribuenti, dicono in Regione. Ora il Pdl toscano intende intraprendere la strada di una legge di iniziativa popolare per opporsi al testo della Corte costituzionale.