Sotto l’insalata e i pomodori si nascondevano i cadaveri di otto neonati. La macabra scoperta è stata fatta a Villers-au-Tertre, vicino a Lille, nel nord della Francia. Subito dopo il ritrovamento le autorità francesi hanno arrestato una coppia, ritenuta responsabile del più grave caso di infanticidio mai avvenuto in Francia. Gli agenti, con alcuni cani poliziotto, martedì hanno perquisito anche le due abitazioni di proprietà della coppia, entrambi sulla quarantina. Come raccontato all’agenzia France Presse da un consigliere locale, i nuovi proprietari di una casa nel villaggio sabato hanno telefonato alla polizia dopo avere ritrovato delle ossa di bambini nel giardino della loro nuova casa, dove stavano zappando per dissodare il terreno. La casa in precedenza apparteneva ai genitori della donna arrestata. La polizia ha identificato quei resti umani come le ossa di due cadaveri di neonati. Da lì è partita l’inchiesta, che presto ha portato alla casa attualmente abitata dalla coppia, a solo un chilometro di distanza dal primo ritrovamento. E qui è stata fatta una scoperta ancora più shock, riesumando i cadaveri di altri sei neonati.
La madre ha confessato di avere ucciso i suoi figli soffocandoli, seppellendoli poi con le proprie mani, subito dopo averli partoriti. Si sospetta che ce ne siano altri. Non sono otto, sono di più, almeno una dozzina. La strage dei neonati sarebbe cominciata nel 1998.
La donna avrebbe agito così per nascondere le continue gravidanze al marito. Sembra impossibile che abbia potuto portare a termine le gravidanze senza che questi si accorgesse di nulla, quindi uccidere i bambini appena nati e poi andarli a seppellire nel giardino di casa. Nessun vicino infatti ha mai sospettato di nulla. La coppia, che tutti nel paese definiscono assolutamente normale, e anche membri attivi della comunità, ha due figlie adulte che a loro volta hanno avuto dei bambini. Ma nessuno avrebbe saputo nulla di quanto accadeva nel giardino dell’orrore.
«LI HO SOFFOCATI CON LE MIE MANI» – La polizia ha immediatamente tratto in arresto la coppia con la motivazione, per adesso, di “indagine per fatti criminali”. Portata davanti ai resti dei bambini la donna ne ha riconosciuti due, ammettendo trattarsi di figli suoi e dicendo che ne avrebbe uccisi e sepolti a decine. I resti dei corpicini erano chiusi dentro dei sacchi. Secondo la ricostruzione di una fonte giudiziaria si tratterebbe del caso più grave di infanticidio mai avvenuto in Francia.
Non è però la prima volta che in Francia accade un caso del genere, anche se mai di questa entità drammatica. Anche se non avvenuto in territorio francese, uno dei casi tragicamente più noti ha per protagonista una donna francese che viveva in Corea del Sud. La donna aveva ucciso tre dei suoi figli appena nati, bruciando il corpo del primo e nascondendo i cadaveri degli altri due nel freezer dell’abitazione mentre il marito era via per lavoro.
A Jining, villaggio a est della Cina, nella provincia dello Shandong, lo scorso 28 marzo alcuni barcaioli avevano rinvenuto i cadaveri di 21 neonati sulla riva di un fiume. I cadaveri si trovavano all’interno di alcuni sacchetti di plastica gialla, ed erano già in avanzato stato di decomposizione. Tra le ipotesi, c’è quella che in realtà si trattasse di feti abortiti in uno stato avanzato della gravidanza e scaricati nel fiume dall’ospedale come rifiuti qualsiasi. Ogni anno in Cina si compiono 13 milioni di aborti.
Ma altrettanto macabra è anche la scoperta compiuta nel maggio del 2008 in un’abitazione a Wenden, vicino a Bonn: i cadaveri di tre neonati, probabilmente deceduti subito dopo il parto, sono stati trovati nel freezer di una cantina. A scoprire i corpicini è stato un parente che casualmente ha trovato le buste di plastica nel congelatore in cui erano stati avvolti. La madre dei bambini è stata arrestata con l’accusa di omicidio plurimo. La polizia ha riferito che nell’abitazione vive una coppia con tre figli (dai 18 ai 24 anni).
L’OPINIONE DEL CRIMINOLOGO – «Considerato il triste periodo di tensione sociale che sta investendo l’Europa – atti del genere si sono già verificati in Italia, Germania e Inghilterra – siamo in una condizione di suicidio anomico, come direbbe Durkheim», ha dichiarato il sociologo e criminologo Salvatore Licata. «E’ una situazione – ha aggiunto – in cui gli individui, ma la famiglia in particolare, davanti a questa sorta di disgregazione sociale, causata dalla crisi economica, politica e sociale, tendono a rinchiudersi in se stessi». Secondo il criminologo, «se davanti alla crisi economica degli anni ’90 ci fu il boom dei divorzi, adesso la situazione è diventata spaventosa. Tale disgregazione si evidenzia con i divorzi piuttosto che con la difficoltà dei giovani di aggregarsi in forme sane, e non addizionate da sostanze come droga e alcool. O con episodi come quello accaduto in Francia».
La crisi e la disgregazione sociale, quindi, sono alla base di tali efferatezze. Ma anche un perdita significativa di valori. «I figli non sono considerati soggetti, ma oggetti del contendere», spiega Licata. «Viviamo una fase in cui, specie per le giovani famiglie, che basano la loro esistenza su principi edonistici, nel momento in cui entrano in crisi e sono davanti a dei possibili cambiamenti, la loro identità viene totalmente annullata, e possono far danni, nei confronti di se stessi come degli altri». Ecco cosa accade, a livello psicologico: « Nel momento in cui un’identità esteriore entra in crisi, non c’è un identità interiore solida che possa reggere il cambiamento. Sul piano affettivo, nel momento in cui io inglobo mio figlio, posso ucciderlo come posso uccidere me stesso».