Per tre anni i medici dell’ospedale psichiatrico di Pescara hanno cercato di scoprire chi fosse quell’uomo senza memoria e senza nome, ritrovato in stato confusionale su una panchina. Finché incrociando le foto delle persone scomparse con quelle dei cosiddetti «smemorati», si è scoperto che quello che sembrava un semplice clochard è in realtà un genio francese della matematica. Il nome della «Beautiful mind» è Michel Doumesche, 60 anni, e al suo caso straordinario è stata dedicata una recente puntata della trasmissione «Chi l’ha visto?». Una storia davvero incredibile la sua perché, pur essendo abilissimo a elaborare formule di notevole complessità, Doumesche è affetto da una malattia che di tanto in tanto gli fa dimenticare tutto.



Un conflitto cerebrale di cui il matematico francese, perfettamente a suo agio in quattro diverse lingue, è sempre stato consapevole. Almeno fino al 2007, quando un giorno è stato colpito da una crisi particolarmente intesa e si è allontanato da casa senza farvi più ritorno. Lasciando i suoi familiari nell’incertezza su quale fosse stata la sua sorte e, soprattutto, se fosse ancora vivo o meno. Per tre anni ricerche, appelli, illusioni e speranze si sono susseguiti invano. Infine, confrontando il suo volto con le foto delle persone disperse, Doumesche è stato identificato con certezza nel paziente di un reparto psichiatrico di un ospedale di Pescara, dove i familiari hanno potuto riabbracciarlo. Per il ritrovamento è stato decisivo il dialogo tra gli uffici Persone scomparse delle Questure di Roma e di Pescara.



 

Un filo diretto che ha consentito alla Questura romana di confrontare le informazioni acquisite presso l’ambasciata francese, la descrizione dell’uomo e la sua corporatura, con quella, del tutto somigliante, di un paziente ricoverato nel reparto psichiatrico della città abruzzese. Riscontri approfonditi, che hanno indotto la Polizia di Stato capitolina a identificare con certezza Michel Doumesche, dandone comunicazione alle autorità francesi e ai familiari. Difficile almeno per il momento scoprire come il matematico sia arrivato fino a Pescara. L’ipotesi più accreditata è che Michel Doumesche abbia girovagato senza meta da una nazione all’altra attraverso l’Europa, favorito dalle molteplici conoscenze linguistiche. Del caso di Michel nel 2008 si era occupato «Chi l’ha visto?». Nel 2008 il programma trasmise il video di un’intervista a un misterioso personaggio, di evidente spessore intellettuale ma privo d’identità, ospite di una struttura psichiatrica di Foggia. Era Michel Doumesche, ma allora nessuno lo sapeva.



 

– E a dimostrazione del fatto che il binomio tra genio matematico ed eccentricità non è un’invenzione di film come «Beautiful mind» o «Morte di un matematico napoletano», c’è anche la storia di Grigory Perelman, considerato l’uomo più intelligente del mondo. Residente a San Pietroburgo, Perelman ha vinto un milione di dollari messi in palio dallo statunitense Clay Mathematics Institute per aver risolto la congettura di Poincaré, che faceva parte di uno dei sette problemi matematici rimasti irrisolti nel corso di tutta la metà del XX secolo.

 

 

Il rifiuto deriva dall’estrema eccentricità del personaggio, al quale il governo russo ha fatto pressione affinché accetti. Grigory Perelman, allora ricercatore all’Istituto di Matematica, nel 2003 diffuse del materiale su Internet nel quale sosteneva di essere in grado di risolvere la congettura di Poincaré. Lo studio dei materiali gli aveva dato ragione. Ma non è la prima volta che il cervellone si rifiuta di comparire in pubblico per ritirare un premio. Nel 1982, quando in Ungheria vinse con il massimo punteggio la medaglia d’oro alle Olimpiadi di matematica, ottenne una borsa di studio per New York che rifiutò.

 

«NON SONO UN ANIMALE DA ZOO» – «Il denaro e la fama non mi interessano. Non voglio essere mostrato pubblicamente, come un animale in uno zoo» aveva inoltre detto Grigory Perelman rifiutando di presenziare alla cerimonia di Madrid in cui gli sarebbe stata conferita la prestigiosa medaglia Fields dalla International Mathematical Union, il Nobel della matematica. Da allora, pare per una travagliata vicenda universitaria, non ha più un lavoro fisso e vive da eremita. Perelman oggi è solo, senza amici, si veste da clochard con indumenti sporchi e sgualciti, con una barba lunga e l’aspetto decisamente poco pulito. «Ho tutto quello di cui ho bisogno», ha detto Grigory Perelman aprendo solo uno spiraglio della porta di casa per poi rintanarsi dentro. Pare addirittura, a quanto riferisce una vicina di casa, che Grigory Perelman viva tra gli scarafaggi, in un locale arredato unicamente da un tavolo, una sedia e un letto sudicio, lasciatogli dal precedente inquilino alcolizzato.

 

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(Pietro Vernizzi)