Sms in codice inviati dai mafiosi a Quelli che il calcio per comunicare con i detenuti al 41 bis. Lo ha rivelato l’ex procuratore nazionale antimafia aggiunto, Enzo Macrì, nel corso di un’audizione alla Commissione parlamentare antimafia proprio sulla situazione dei detenuti in regime di carcere duro. La trasmissione Rai condotta da Simona Ventura, come altre, prevede l’invio di sms da parte del pubblico, che vengono fatti scorrere sul video senza verificare se alcuni siano in codice. Mentre vanno in onda le immagini e i risultati delle partite, nel sottoschermo passa un «serpentone» fatto di sms e dediche inviati dagli spettatori da casa a un apposito numero. Tutti possono partecipare. Lo stratagemma degli sms in codice usato dai mafiosi naturalmente è del tutto anonimo e quindi chi gestisce il programma televisivo, come ha sottolineato lo stesso Macrì, è del tutto all’oscuro di quanto succede.



 

E così può capitare che una frase tipo «Tutto ok, Paolo» (citata dallo stesso Macrì) sia in realtà un sms in codice indirizzato a un boss in cella. L’ex procuratore nazionale antimafia, scrive il Quotidiano della Calabria, ha detto che la segnalazione circa l’invio di sms apparentemente innocenti che in realtà rappresentavano messaggi in codice per i boss è giunta alla Procura nazionale antimafia da un carcere ed è adesso oggetto di approfondimenti investigativi. «Ciò che ci colpì della segnalazione – dice Macrì, citato dall’Ansa – era l’apparente banalità del contenuto degli sms dietro ai quali, in realtà, si celavano precise comunicazioni in codice ai boss impossibilitati, a causa del regime carcerario cui erano sottoposti, ad avere qualsiasi comunicazione con l’esterno. È chiaro, tra l’altro, che l’esatto significato dell’sms in codice lo potevano capire solo i destinatari».



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