Il disegno che ratifica le nuove intese dello Stato con sei religioni, non prevede la partecipazione dell’Islam alla ripartizione dell’8 per mille.
I musulmani non parteciperanno all’8 per mille. Non ancora per lo meno. Il disegno di legge che arriverà al fine della pausa estiva in parlamenti, firmato dal senatore del dl Lucio Malan assieme al collega dl Pd Stefano Ceccanti, che ratifica le nuove intese dello Stato con sei religioni, non prevede la partecipazione dell’Islam alla ripartizione dell’8 per mille. «Di resistenze vere e proprie in questi casi non ce ne sono, no, però sa come si dice in politica: esistono altre priorità…» ha dichiarato Malan. Di tutt’altro avviso è l’imam Yahya Pallavicini, del Coreis, che amaramente constata: «Sarebbe opportuno che si iniziasse a lavorare per riconoscere giuridicamente quei musulmani moderati che da anni si sono dimostrati interlocutori affidabili e autonomi da ogni ideologia fondamentalista».
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Attualmente è prevista la partecipazione all’8 per mille per la Chiesa cattolica, l’Unione delle comunità ebraiche italiane, la Tavola valdese, la Chiesa evangelica luterana, l’Unione delle Chiese avventiste del 7° giorno e le Assemblee di Dio. Con le nuove intese, definite dal governo Prodi e approvate da Berlusconi, si potrà decidere di destinare l’8 per mille anche ai cristiani ortodossi, ai buddisti, ai mormoni, agli induisti, agli apostolici e ai testimoni di Geova. Per quanto riguarda l’Islam la questione è più delicata di quanto può sembrare: «La libertà religiosa non è in discussione», ha dichiarato il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. «Ma il problema è duplice: da una parte non esiste un interlocutore unico, i musulmani sono divisi tra vari soggetti; e dall’altra c’è la questione oggettivamente delicata che riguarda la regolamentazione delle attività intorno alle moschee, non sempre di culto, talvolta contaminate dall’estremismo terroristico». Gli fa eco Pierluigi Castagnetti, del Pd, che afferma: «Non si può derogare sul riconoscimento esplicito, non solo implicito, della Costituzione: un riconoscimento formale che già ai tempi del tavolo aperto da Amato e fino ad oggi non è mai arrivato».
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