Sentenza del tribunale dei Firenze che accoglie la richiesta di un uomo di 70 anni: è possibile nominare un amministratore di sostegno. Un tutore legale cioè che nel caso di grave allattai possa imporre ai medici l’interruzione dei trattamenti sanitari se il paziente aveva espressamente chiesto così.
Lo strumento dell’ordinamento giuridico per garantire la libertà di scelta è fornito dalla legge sull’amministrazione di sostegno (legge 9 gennaio 2004 n.6), che ha modificato , l’articolo 408 prevedendo l’istituzione dell’amministratore di sostegno. Una tutela legale, dice l’avvocato Santoni, pensata dal legislatore “per questioni prevalentemente economiche”. Nella sentenza del tribunale di Firenze l’amministratore di sostegno diventa però anche tutore, come lo era il padre di Eluana Englaro. Cosa vuol dire? Che se la persona malata non fosse più i grado di comunicare o senza coscienza vigile, il tutore/amministratore può andare dal medico che lo ha in cura con l’ordinanza del giudice e chiedere di sospendere tutti i trattamenti che il cittadino ha in precedenza escluso.
"Sempre qualora il richiedente non abbia nel frattempo cambiato idea" aggiunge il giudice. Anche se una sentenza di secondo grado può bloccare il tutto, per l’avvocato di Santoni "da oggi chiunque può nominare un amministratore di sostegno, che naturalmente può essere anche un fratello o una moglie, perché eviti, nel caso malaugurato di un incidente, che si effettuino interventi sanitari sul nostro corpo contro la nostra volontà". E’ un sì al testamento biologico, dic el’avvocato, quello formulato dal tribunale dei Firenze.