Il capo della polizia Antonio Manganelli ha rassicurato la famiglia di Yara sulla professionalità e la passione degli investigatori schierati in campo nelle ricerche.

Il capo della polizia Antonio Manganelli prova a rassicurare la famiglia di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa il venerdì pomeriggio del 26 novembre, ormai da 49 giorni. «Chi indaga ha il dovere di sperare», ha detto, uscendo dalla Questura, ai giornalisti che gli chiedevano se la giovane ginnasta possa essere ancora viva. Manganelli, poi, ha spiegato che gli investigatori «stanno lavorando con grande passione, mettendoci l’anima».



Sulla pista da seguire e gli sviluppo delle indagini, dopo avere ribadito che si sta vagliando ogni ipotesi, ha dichiarato: «Io un’idea ce l’ho, ma non ritengo di doverla dire, perché queste impressioni dovrebbero essere comunicate da chi è preposto a fare questo». Non si è sbilanciato, tuttavia, sull’esito delle indagini sin qui condotte, né sul ritrovamento o meno di indizi o elementi decisivi per il ritrovamento della giovane: «Come possono e devono dirvi gli investigatori – ha detto – le indagini stanno seguendo qualsiasi pista: io posso esprimere la fiducia che tutto quello che è stato fatto, non sarà lasciato senza sviluppo».



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Rivolgendosi ai genitori di Yara ha aggiunto: «la mia testimonianza per la famiglia è quella di una professionalità che deve essere un elemento di fiducia: non sarà lasciato nulla di intentato di ciò che materialmente si può fare. Stanno lavorando con grande impegno e amore: ho visto in loro una componente passionale ed emotiva. Ci stanno mettendo l’anima e questo è il valore aggiunto di un’indagine».

 

Manganelli, infine, ha commentato l’utilizzo dei tabulati telefonici, chiarendo come siano «per gli investigatori moderni» «una tessera importante del grande mosaico dell’investigazione. Siamo in contatto con le polizie di 188 Paesi che hanno indagano ogni giorno sulle nostre persone scomparse. Non ritengo che questa possa essere una pista privilegiata, ma siccome non bisogna lasciare nulla di intentato, è doveroso seguire anche una pista che non si ferma al nostro Paese»