La Chiesa celebra oggi come santo del giorno Sant’Agnese, vergine e martire. Una tradizione è legata alla festa di oggi: come tutti gli anni stamattina si è svolto il  rito della presentazione al Papa di due agnelli, benedetti precedentemente nella Basilica sulla Via Nomentana intitolata a sant’Agnese.

Secondo la tradizione il figlio del Prefetto di Roma si invaghì di Agnese senza essere ricambiato, dal momento che la giovane fanciulla aveva fatto voto di castità a Gesù; il giovane finì per ammalarsi per amore. Dopo il netto rifiuto da parte della fanciulla, il padre del giovane, impose ad Agnese la clausura fra le vestali, con le quali avrebbe dovuto rendere culto alla dea che proteggeva la città di Roma. Agnese rifiutò questa nuova forzatura e il prefetto rispose facendola rinchiudere in un postribolo. Nessuno dei frequentatori osò tuttavia toccarla, tranne un uomo che secondo tradizione cadde morto, ma successivamente, per intercessione della stessa Agnese, ritornò in vita.



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Sant’Agnese fu quindi gettata nel fuoco, ma questo si estinse per le sue orazioni. Fu allora trafitta con un colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli. Per questo nell’iconografia è raffigurata spesso con una pecorella o un agnello, simboli del candore e del sacrificio. La data della morte non è certa, qualcuno la colloca tra il 249 e il 251 durante la persecuzione voluta dall’imperatore Decio, altri nel 304 durante la persecuzione di Diocleziano.



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