La notizia lo ha raggiunto mente era in preghiera con la famiglia nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, a Roma. Confermata in Cassazione la condanna a sette anni per il senatore Salvatore Cuffaro, accusato di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. Entro cinque giorni dovrà presentarsi al carcere romano di Regina Coeli.
La seconda sezione penale della Corte, presieduta dal giudice Antonio Esposito, ha reso definitiva la condannaa sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio emessa contro l’ex governatore della Sicilia nell’ambito del processo «talpe alla Dda». Cuffaro decadrà quindi dal suo incarico di senatore (è iscritto al gruppo dei popolari Italia Domani), ma potrebbe scegliere le dimissioni per evitare di esser dichiarato decaduto.
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Oreste Domignoni, difensore di Cuffaro, insieme a Nino Mormino, ha espresso la delusione della difesa per «una sentenza che desta stupore e rammarico anche perché, ieri, la Procura della Cassazione, con una richiesta molto argomentata, aveva chiesto l’annullamento dell’aggravante mafiosa per l’episodio di favoreggiamento ad Aiello, richiesta che se accolta avrebbe sgonfiato del tutto la condanna».
Entro cinque giorni a Cuffaro sarà notificato l’estratto della sentenza. Il senatore è imputato anche in un altro processo per concorso esterno in associazione mafiosa.