Come annunciato settimana scorsa, la Conferenza episcopale di oggi è stata incentrata principalmente sul caso Ruby. Il presidente cardinal Bagnasco ha lanciato moniti e richiami: «Il Paese è sgomento, prova disagio morale. L’Italia deve superare la fase di scontro tra poteri, occorre fare chiarezza».

Per Bagnasco bisogna fare chiarezza sulla faccenda in modo complessivo anche sui metodi di indagine: «Si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci – veri o presunti – di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di indagine».Angelo Bagnasco ha voluto citare l’articolo 54 della Costituzione italiana come aveva fatto nella Prolusione al Consiglio Permanente del 21-24 settembre 2009.



«Come ho già avuto modo di dire chiunque accetta di assumere un mandato politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda. Bisogna che il nostro Paese superi, in modo rapido e definitivo, la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale, per la quale i poteri non solo si guardano con diffidenza ma si tendono tranelli, in una logica conflittuale che perdura ormai da troppi anni».



Il presidente Bagnasco noni ha mai citato i protagonisti del caso Ruby né il caso stesso, ma i riferimenti sono sembrati d’obbligo: «La collettività guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio morale. La vita di una democrazia – ha aggiunto il presidente della Cei – si compone di delicati e necessari equilibri, poggia sulla capacità da parte di ciascuno di auto-limitarsi, di mantenersi cioè con sapienza entro i confini invalicabili delle proprie prerogative».

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