Le associazioni gay infuriate contro Mario Adinolfi, candidato alle primarie del Pd nel 2007, e giornalista. Adinolfi aveva scritto, sulla sua pagina Facebook, riferendosi a Signorini: “Me fa ‘na p… a due mani quel fr…etto”. Si trattava di una discussione fra i suoi lettori Facebook su saldi di fine stagione.
Ma diverse associazioni gay si sono sentite offese: “Adinolfi eviti di usare un linguaggio omofobo e chieda scusa”, dice Aurelio Mancuso, presidente dell’associazione “Equality Italia” lo attacca. In pratica, Adinolfi aveva risposto a un suo lettore che, parlando di shopping, gli aveva consigliato: “Stai attento che non ti becchi Signorini…”. A cui Adinolfi aveva risposto con la frase incriminata: “Me fa ‘na p… a due mani quel fr…etto”. Il fatto è che Adinolfi continuando a parlare con i suoi lettori ha anche scritto: “Ho anche dialogato amichevolmente con i servetti gay su maculati, leopardati e affini”.
Mancuso, leader storico del movimento Glbt italiano ha commentato: “Trovo insopportabile che giornalisti e commentatori si lascino andare a questo linguaggio da caserma conoscendo bene il linguaggio della comunicazione e, quindi, il peso delle parole, devono sapere il messaggio che viene veicolato da certi termini spregiativi”.
Mancuso poi fa riferimento all’aggressione che recentemente ha subito proprio Adinolfi: “Mi viene da domandare ad Adinolfi se non abbia un po’ imparato la lezione, quando qualche tempo è stato aggredito al grido di ‘brutto grassone'”, osserva il presidente di Equality. “Così come quella è stata una violenza fisica e morale, anche lui dovrebbe essere più cauto nel dileggiare i cosiddetti ‘frocetti’. Questi sono i linguaggi da evitare. Se qualcuno per strada urla qualche termine del genere”. Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay, dichiara: “Siamo chiaramente in un contesto scherzoso e sono certo che Adinolfi non è una persona omofoba. Quello che, però, emerge da questi commenti, è che spesso gli atteggiamenti omofobi e discriminatori sono involontari. Questi comportamenti devono farci riflettere, perché sono segnali di un’abitudine a voler fare dei gay degli oggetti di scherno”. La risposta di Adinolfi? “Sono battute che capita di fare su Facebook”, ha dettoa Repubblica.it. “Era un momento in cui ero particolarmente arrabbiato con Signorini, per il ruolo che sta svolgendo in questo periodo, e un’invettiva contro di lui avevo tutta la voglia di farla”. Il giornalista fa anche notare che, durante la corsa per le primarie del Pd, fu “l’unico a proporre un referendum sul matrimonio gay all’interno del Pd”. E a chi parla di omofobia, Adinolfi risponde: “Sono oltre ogni possibile sospetto di discriminazione, anche perché, ogni giorno, la subisco sulla mia pelle, in quanto persona obesa”.