Roma. Si attende il grande bang. O anche no. La notizia, che circola in Rete e sui media sin dal 2009, è che l’11 maggio 2011 un devastante terremoto distruggerà la Città Eterna, la capitale d’Italia: Roma.
Abbastanza per scatenare il panico e la grande fuga degli abitanti? Al momento si direbbe di no, ma qualcuno comunque deve essersi impressionato abbastanza, tanto che è dovuta intervenire la protezione civile…
– Nelle strade del centro di Roma sono apparsi recentemente dei volantini a firma “Protezione Civile”. Nei volantini c’è scritto testualmente: “In vista del terremoto previsto per il giorno 11 maggio 2011 si invita la cittadinanza a dormire due giorni prima e due – tre giorni dopo la data prevista all’esterno delle proprie abitazioni”: uno scherzo di pessimo gusto. Di fatto, la Protezione Civile si sta dando da fare per informare che quei volantini non sono a opera sua. “La Protezione Civile di Ciampino disconosce la suddetta segnalazione e invita la cittadinanza ad attenersi esclusivamente alle sole comunicazioni istituzionali.
Nel rammentare che i fenomeni sismici non sono assolutamente prevedibili, la Protezione Civile comunica che questa notizia è totalmente falsa e fuorviante e che, creando confusione e panico del tutto ingiustificati, è pertanto punibile dalla Legge Italiana”, è quanto ha comunicato l’ente”. Dunque tutti a casa l’11 maggio.
Come ha riportato anche IlSussidiario.net in un precedente articolo, un certo Raffaele Bendandi, soprannominato “l’uomo dei terremoti”, aveva individuato una teoria secondo la quale i terremoti si possono prevedere. La teoria era basata sullo studio della luna e die pianeti: “Se l’attrazione lunare è capace di causare maree, spostamenti sulla Terra, figuriamoci di cosa possa essere capace l’attrazione del Sole, coadiuvato a particolari posizioni dei pianeti”.
La teoria di, Bendandi è al quanto semplice ed era basata sullo studio della luna e dei pianeti,quindi concettualmente semplice: ” Se l’attrazione lunare è capace di causare maree, spostamenti sulla Terra, figuriamoci di cosa possa essere capace l’attrazione del Sole, coadiuvato a particolari posizioni dei pianeti.” Le potenti e forti attrazioni del Sole e dei pianeti sarebbero in grado di influire la composizione della crosta terrestre, le masse semiliquide. Gli studi di Bendandi non vennero mai accettati dalla scienza ufficiale anche se in molti condividevano la sua teoria.
Di fatto, Brendandi è stato in grado di prevedere in modo sconcertante molti terremoti: il problema era che non è mai riuscito a indovinare l’area esatta dove poi avveniva il sisma, collocandolo in aree troppo estese per essere di una qualunque utilità. Il primo caso di previsione fu quello del l terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915. Il 23 novembre 1923 davanti al notaio di Faenza fece mettere a verbale una «profezia»: il 2 gennaio 1924 si verificherà un terremoto nelle Marche. Sbagliò di soli due giorni.
Anche il terremoto del Friuli nel 1976 fu previsto dal sismologo, che tentò di avvisare le autorità senza però essere ascoltato. Bendandi fu trovato morto, in circostanze misteriose, il 3 novembre 1979 nella sua casa-osservatorio in via Manara 17 a Faenza. Bendandi infine avrebbe predetto un terremoto devastante per la città di Roma e aree limitrofe per il giorno 11 maggio 2011, e un altro di dimensioni ancora più apocalittiche per il 5-6 aprile 2012, affermando che in quella data parecchi terremoti colpiranno a macchia di leopardo tutta la Terra.
Paola Lagorio, presidente dell’associazione La Bendandiana, che custodisce tutti i documenti manoscritti del sismologo dice invece che nei documenti relativi al 2011 non si trova invece nessun riferimento a luoghi o date precise, come quelle che sono state riportate su Internet. Le notizie su un presunto terremoto previsto per l’11 maggio 2011 a Roma sono quindi destituite di ogni fondamento.
La scienza ufficiale sostiene comunque che sia impossibile prevedere i terremoti. Si può stimare con una certa approssimazione la possibilità che un terremoto si scateni un dato luogo, in un certo giorno e con una cetra intensità. D’altro canto, le zone ad elevato rischio sismico sono ben note e monitorate continuamente. Ci sono pi anche i segnali, i cosiddetti precursori sismici. Ad esempio l’emissione di radon, un indicatore che però fino a oggi ha dato scarsi risultati, le perturbazioni nella ionosfera fino agli sciami pre-sismici. Per alcuni scienziati, prima di un terremoto, dalla crosta terrestre si rilasciano figure di radon, un gas.
Ma non è chiaro se si tratta si mutamenti geomagnetici o di cambiamenti nella concentrazione di alcuni gas Lo stesso terremoto devastante dell’Aquila era stato poi preceduto da una serie di scosse minori che se fossero state prese più seriamente avrebbero forse evitato molte morti. Ci sono poi i segnali che mandano certi animali, in grado di avvertire in anticipo lo scatenarsi di una scossa sismica. Ad esempio la fuga dei rospi.
Uno studio di esperti inglesi promosso dalla Open University e dalla Società Zoologica di Londra e pubblicato sul Journal of Zoology, evidenzia un ruolo cruciale dei rospi nell’avvertire i terremoti a partire da cinque giorni di anticipo sul sisma. Si stava studiando un grippo di rospi alla distanza di 74 chilometri dall’epicentro del sisma che ha distrutto l’Abruzzo, il 9 aprile 2009. Era per loro la stagione riproduttiva, nella quale gli animali non si spostano per nessuna ragione dalla zona in cui si trovano. Invece, quella volta, i rospi maschi cominciarono a fuggire, lasciando dietro di sé uova e piccoli rospi appena nati. Tre giorni prima del terremoto era rimasta nella zona solo il 4% dei rospi che normalmente vivono in Abruzzo. Il motivo? Gli anfibi possiedono molti recettori geomagnetici sul corpo.