Il bambino di 6 anni finito in coma in seguito ad un agguato nei presi di Agrigento, è in condizioni gravi. Si esclude, per ora, la pista mafiosa.
E’ in coma, in condizioni gravi ma stabili, il bambino 6 anni colpito ieri da una scheggia in seguito in un agguato avvenuto vicino a Santa Elisabetta, a 30 chilometri da Agrigento. Il piccolo si trovava su un fuoristrada assieme allo zio, Vincenzo Marotta, di 30 anni e il cugino Carmelo di 16. Stava seduto davanti, in mezzo, quando qualcuno ha esploso due colpi di fila di fucile. I pallettoni hanno ferito lievemente lo zio e il cugino, mentre una scheggia del mezzo gli si è conficcata nel cranio.
Poco prima di mezzanotte è stato trasportato in elicottero al reparto di neurochirurgia dell’ospedale Civico di Palermo. «Non abbiamo parenti mafiosi. Anzi abbiamo due cugini nella Guardia di Finanza e amici in Polizia» , ha detto Rosetta Marotta, la madre del piccolo, a proposito dell’ipotesi di un agguato mafioso legato al boss Salvatore Fragapane. «Siamo persone per bene, ci facciamo gli affari nostri», aggiunge il marito di Rosetta e padre del bambino, Giovanni.
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Secondo Rosetta si è trattato di «gelosia fra ragazzi. Mio fratello è amico con tutti, abbraccia e bacia tutti. Questa cosa a qualcuno non sta bene». Il questore di Agrigento Girolamo Di Fazio, non crede alla pista mafiosa, ma è convinto che sia « difficile pensare soltanto a un incidente di caccia, visto che si tratta di due scariche esplose in successione, come negli agguati di mafia».
Per il procuratore della Repubblica di Agrigento Renato Di Natale, invece, «l’ipotesi della gelosia mi sembra semplicistica. Se si trattasse di mafia, se ne occuperebbe la Dda di Palermo. In questo momento ce ne occupiamo noi perchè in effetti nulla lascia ipotizzare l’agguato di mafia se non nelle modalità. Ed è poco».