La Corte Costituzionale ribadisce il n alle nozze fra persone dello stesso sesso. Il pronunciamento viene dopo l’analisi di quanto accaduto a Ferrara, dove il comune aveva vietato le pubblicazioni di un matrimonio gay.

Per la Corte Costituzionale, “la diversità di sesso è elemento essenziale nel nostro ordinamento per poter qualificare l’istituto del matrimonio”. E’ un no ai matrimoni fra persone dello stesso sesso, i matrimoni gay e nel caso in particolare, l’ufficiale dei stato civile del comune di Ferrara ha agito nel rispetto della legge vietando la pubblicazione del matrimonio della coppia gay. Nell’ordinanza si legge l’esclusione dell’illegittimità costituzionale degli articoli 93, 96, il 98, il 107, 108, 143, 143 bis, 156 bis e 231 del Codice Civile.



Rispetto al principio di eguaglianza, la Consulta osserva che le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio; l’articolo 29 poi si riferisce alla nozione di matrimonio, definita dal Codice Civile come unione tra persone di sesso diversi e questo significato del precetto costituzionale non può essere superato per via ermeneutica. Il commento di Maurizio Gasparri del Pdl: “L’importante sentenza della Corte Costituzionale sul matrimonio dovrebbe mettere a tacere quanti proponevano assurdi matrimoni gay. Una sentenza su cui potranno meditare non solo a sinistra, ma anche  quanti hanno tradito gli elettori di centrodestra sostenendo tesi errate. La famiglia va difesa non solo in nome di valori religiosi, fondamentali, ma anche secondo i principi laici della Costituzione”.



Per Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, ora "risulta ancora più chiaro che la partita del riconoscimento giuridico delle coppie gay passa dal Parlamento: con l’attuale quadro politico non c’è da stare allegri, ma è necessaria sicuramente una nuova e più incisiva strategia affinché non passino ancora inutilmente decenni. Il riconoscimento giuridico delle coppie gay è uno di quei temi simbolo di come la nostra società sia molto arretrata rispetto ai diritti civili e alle libertà".

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