Messa dell’Epifania oggi a San Pietro. Nella sua omelia Benedetto XVI ha voluto parlare del tema delle teorie scientifiche che negano il disegno divino: “L’universo non è il risultato del caso, come alcuni vogliono farci credere” ha detto.

Aggiungendo: “Contemplandolo siamo invitati a leggervi qualcosa di profondo: la sapienza del Creatore, l’inesauribile fantasia di Dio, il suo infinito amore per noi”. Il Papa non nega la ricerca scientifica. “”ìNon dovremmo lasciarci limitare la mente da teorie che arrivano sempre solo fino a un certo punto e che – se guardiamo bene – non sono affatto in concorrenza con la fede, ma non riescono a spiegare il senso ultimo della realtà”.



Per il Papa “nella bellezza del mondo, nel suo mistero, nella sua grandezza e nella sua razionalità non possiamo non leggere la razionalità eterna, e non possiamo fare a meno di farci guidare da essa fino all’unico Dio, creatore del cielo e della terra”. Il Papa ha quindi toccato il tema della giornata,l’Epifania: “Lungo i secoli la domanda su che tipo di stella era è stata oggetto di discussione tra gli astronomi. Keplero riteneva che si trattasse di una ‘nova’ o una ‘supernova’, cioè di una di quelle stelle che normalmente emanano una luce debole, ma che possono avere improvvisamente una violenta esplosione interna che produce una luce eccezionale”.

E conclude: "Certo, cose interessanti. Ma che non ci guidano a ciò che è essenziale per capire quella stella". Ha poi detto: "Quegli uomini cercavano le tracce di Dio; cercavano di leggere la sua ‘firma’ nella creazione. Ma, da uomini saggi" conclude Ratzinger, "sapevano pure che non è possibile incontrarlo con un telescopio qualsiasi, ma con gli occhi profondi della ragione alla ricerca del senso ultimo della realtà".

L’astrofisica non credente Margherita Hack ha rilasciato un commento alle parole del Papa: "Le interpretazioni circa l’origine dell’Universo portano inevitabilmente a posizioni inconciliabili tra credenti e non credenti. Certamente il Papa vede l’Universo come opera Dio, mentre gli scienziati – ha affermato Hack – cercano di capire come esso possa essersi originato a partire da particelle elementari". E "naturalmente si tratta di punti di vista diversi: quello del Papa è basato sulla fede, quello degli scienziati è invece fondato sull’osservazione".

La differenza starebbe quindi anche nel metodo della ricerca: "Gli scienziati", ha sottolineato, "non pretendono di rispondere alla domanda su che senso abbia l’Universo, ma lo accettano così com’è e cercano di capirlo e studiarlo". "Ci sono scienziati credenti", ha detto ancora Hack, "che partono dal presupposto che l’Universo sia comunque frutto di Dio ma cercano di capire come funziona, e ci sono scienziati non credenti che invece non accettano tale impostazione".