È un esordio dolce e amaro quello dell’ultima macchina da soldi targata Apple. Nella giornata del lancio, il Mac App Store – un negozio on-line per acuistare programmi, costruito sul modello di quelli già esistenti per iPod e iPhone – ha toccato quota un milione di download. Ma intanto le minacce degli hacker e una piccola falla nel sistema costringono i programmatori di Cupertino a correre ai ripari, per evitare perdite milionarie.



Prima, il baco. Alcuni utenti si sono accorti che era possibile scaricare alcune applicazioni a pagamento senza sborsare un centesimo: bastava inserire il codice di un’altra applicazione gratuita per mandare in confusione il sito. Un trucco che funziona solo con alcuni programmi, ma che i tecnici della Mela hanno dovuto correggere al volo. In alcuni casi, come quello del videogioco Angry Birds, il download stava andando letteralmente a ruba.



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Sono poi arrivate le minacce degli hacker: uno di loro – nickname: Dissident – ha annunciato di aver già sviluppato un software che consente di "crackare" i programmi venduti sul portale di Apple. L’applicazione (chiamata Kickback, cioè "tangente") non è stata però rilasciata per non danneggiare i produttori di software, ha fatto sapere il pirata.

 

Il perché della scelta è stato spiegato da Dissident in un’intervista a Gizmodo.com: nei primi tempi infatti «la maggior parte delle applicazioni che andranno sul Mac App Store saranno valide. Quando arriveranno molte applicazioni scadenti, allora probabilmente rilasceremo Kickback».



 

Un periodo di tregua per Steve Jobs, dunque. Che per ora può godersi i portentosi incassi del suo nuovo gioiello.