Il processo di Avetrana sul caso dell’omicidio di Sarah Scazzi potrebbe cambiare sede, dal Tribunale di Taranto a un altro tribunale. E’ quanto deciderà domani la Corte di Cassazione su richiesta dei legali difensori di Sabrina Misseri. Secondo la difesa infatti Taranto non sarebbe sede adeguata perché c’è un clima troppo ostile, mediatico e giuridico, nei confronti delle due uniche accusate della morte di Sarah, la cugina Sabrina e la zia Cosima. Alcuni testimoni infatti secondo la difesa avrebbero subito pressioni e condizionamenti dovuti al clima che si respira. Se il processo venisse veramente trasferito ad altra sede, sarebbe dicono alcuni commentatori, un caso unico o quasi: i precedenti sarebbero davvero pochissimi nella storia del nostro Paese. Intanto sempre domani saranno rese note le motivazioni del provvedimento con il quale la Cassazione ha respinto con rinvio l’ordinanza che aveva confermato le misure di custodia cautelare delle due donne accusate: secondo l’alta Corte gli indizi relativi alle accuse di omicidio volontario e sequestro di persona sarebbero insussistenti. Viene invece confermato il sospetto di soppressione di cadavere di cui è accusato anche Michele Misseri. La cassazione fa poi notare l’incongruenza della prima ipotesi di custodia per Sabrina dove viene indicato come complice il padre Michele e la seconda dove viene indicata complice la madre Cosima. Madre il cui ruolo nell’episodio non risulta, sempre per la cassazione, chiarito: manca del tutto il movente per l’eventuale omicidio della nipote. Se la figlia ha ucciso veramente la cugina, il movente sarebeb quello ormai dato per appurato della gelosia nei suoi confronti. Per Cosima non si capsice quale possa essere il movente. A tutto questo ha risposto il legale della famiglia Scazzi il quale sostiene che invece i presupposti per trasferire il processo non ci siano. E’ stata presentata una memoria e saranno presenti domani per intervenire sulla richiesta di remissione del processo. «Non ho ancora letto le motivazioni della Corte di Cassazione  – ha detto l’avvocato – ma sono convinto che la verità su questo caso verrà fuori dal dibattimento nell’aula del processo, in quanto sappiamo che la bambina è entrata viva ed è uscita morta da quella casa in cui tra l’appartamento e il garage c’erano tre persone»



Fermato da alcuni giornalisti del Tgcom, intanto, Michele Misseri non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione in proposito. Alla domanda se si ritenga ancora il solo colpevole della morte della nipote, ha risposto che  non intende più dire nulla perché ormai le sue parole non risultano più credibili.

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