La manifestazione di oggi indetta davanti alla sede della Banca d’Italia a Bologna, in piazza Cavour, ha avuto un epilogo violento. Un centinaio di indignados  per lo più appartenenti ai centri sociali, hanno cercato di entrare all’interno dell’edificio: volevano restituire la lettera che la Banca centrale europea a firma Jean-Claude Trichet e Mario Draghi attuale governatore di Banca d’Italia aveva inviato al governo italiano lo scorso agosto, un gesto dimostrativo di protesta. Le forze dell’ordine hanno fatto scudo davanti agli ingressi e quindi hanno dovuto caricare la folla per riportare ordine e sicurezza. Davanti alla Banca si è radunato un presidio composto dagli appartenenti al gruppo Time Out, studenti, precari, collettivi e centri sociali. Il gruppo si ispira al movimento americano Occupy Everything che manifesta direttamente contro i grandi gruppi bancari e i centri del potere economico. Insieme  a Time Out infatti anche il gruppo Draghi Ribelli il cui slogan per la manifestazione di oggi era Occupiamo Bankitalia. Questo gruppo si è diretto oggi verso la sede romana, quella centrale, di Banca d’Italia in piazza Koch dove si tiene proprio oggi il convegno “L’Italia e l’economia mondiale 1861-2011” a cui prende parte anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano insieme al Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. Il gruppo ha anche rinviato una lettera a Giorgio Napolitano letta durante il programma televisivo L’infedele in cui chiede:  “come è possibile invertire la tendenza e promuovere delle politiche pubbliche a sostegno delle giovani generazioni prendendo sul serio le letterine estive di Trichet e Draghi? Come è possibile farlo se il pareggio di bilancio diventa regola aurea, da inserire, addirittura, all’interno della carta costituzionale di cui Lei è garante?”. Sabato 15 ottobre a Roma è poi prevista la manifestazione “Peoples of Europe, rise up!”, una manifestazione che si tiene in contemporanea in molti altri Stati europei con lo scopo, come dice il manifesto dell’iniziativa, “contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia causata dalle politiche anticrisi, che difendono i profitti e la  speculazione finanziaria”.



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