Paura stamane verso le ore otto di mattina. Due scosse di magnitudo 4 della scala Richter sono infatti state registrate in veloce sequenza, pochi minuti una dopo l’altra alle ore 8 e 10. La zona interessata dall’epicentro è quella della Val Trebbia in Liguria, nei monti immediatamente retrostanti il Golfo del Tigullio, dove si situano le città di Rapallo, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante. Le due scosse sono state avvertite con la maggior intensità nella località montana di Santo Stefano d’Avello, proprio in orario di apertura delle scuole, tanto che immediatamente dopo il sindaco della cittadina ha dato l’ordine di chiusura e di sospensione delle lezioni per tuta la giornata. Fortunatamente, anche se la gente è scesa in strada spaventata, non è stato registrato alcun danno a edifici o persone. Ma la scossa è stata avvertita anche sulle località costiere, in particolare la città di Lavagna, e anche a Genova. Nelle ore successive si sono poi verificate una ventina di scosse di assestamento con magnitudo discendente, dai 3,7 gradi fino ai 2,2. E’ il caso dell’ultima scossa registrata, alle ore 11 e 35. Tra i comuni interessati ai rilevamenti registrati nel distretto sismico Val Trebbia, segnaliamo quelli di Rezzoaglio, Borzonasca, Mezzanego, Rovegno, Cerignale, Farini, Ottone, Bedonia e Tornolo. IlSussidiario.net ha parlato con il professor Antonio Piersanti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia per sapere quale sia il reale rischio sismico della zona e che cosa aspettarsi nelle prossime ore.



Professore, che rischio sismico è presente nella zona interessata dalle scosse di oggi, la Val Trebbia?

La zona non è particolarmente sismica per quanto risulta a noi. Storicamente non ha dato grandi terremoti e noi non siamo a conoscenza di strutture sismogenetiche in quell’area. Questo non vuol dire che possiamo escludere al cento per cento che quella interessata oggi non sia zona sismica. Allo stato attuale delle conoscenze sismiche in quella zona non risulta una alta sismicità, anche se il rischio sismico non è del tutto assente.



Qual è il livello esatto del rischio sismicità della Val Trebbia?

La zona è classificata in classe tre ed è nella mappa considerata a rischio medio basso, ma abbastanza vicina alla zona due che è considerata media. E’ una zona che non ha mai dato terremoti molto grandi e di cui non conosciamo l’esistenza di strutture sismogenetiche importanti, però è una zona in cui la sismicità c’è.

Infatti in Italia gli eventi sismici si registrano normalmente nel centro Italia o in Sicilia.

In generale l’Appennino settentrionale statisticamente, ma anche a livello di micro sismicità, è sede di un numero di terremoti minori rispetto all’Appennino centrale e meridionale. Da questo punto di vista la zona ha una fama sismica minore.



E’normale che si verifichino due scosse di magnitudo 4 nel giro di due minuti?

Una serie di scosse in pochi minuti, non è un fatto anomalo. Quando c’è una scossa sismica di una certa rilevanza come una scossa di magnitudo 4 che comunque non è assolutamente pericolosa ai fini della protezione civile e dell’impatto sulle attività umane, è statisticamente probabile che ce ne siano altre di seguito, come infatti è stato. Una ventina di scosse comunque non è un numero elevato in seguito a un magnitudo 4.

In conclusione: la Val Trebbia non è a forte rischio sismico, ma l’Italia è comunque un Paese a rischio sismico.

Infatti, noi viviamo in un Paese che è tutto più o meno a rischio sismico. L’Italia è un paese sismico; in Italia possiamo sempre e solo parlare in termini di probabilità, non è possibile con assoluta certezza escludere eventi sismici anche di elevata importanza in nessuna aerea. Sappiamo che ci sono aree dove è più probabile che tali eventi si verifichino e altre dove è meno probabile e molto meno frequente, aree a basso rischio sismico. Ma in fondo è come prendere l’aereo:  è un mezzo molto sicuro, però un rischio anche minimo c’è. E’ possibile che l’aereo non cada? Purtroppo bisogna rispondere di no, sono eventi rari ma ogni tanto un aereo cade. Così è anche per le zone a basso rischio sismico: non vuol dire con assoluta certezza che possiamo escludere un forte terremoto però sono più improbabili rispetto as altre aree dove sono più probabili.