Come ogni anno, ecco spuntare tra la festa dei Santi e la commemorazione dei defunti, due feste della tradizione cattolica del nostro Paese, una macabra zucca illuminata e ghignante. La ricorrenza di Halloween ritorna insieme alle sue streghe, pipistrelli, costumi e dolcetti: molto popolare nel Nord Europa, Halloween ha in realtà poco a che fare con la nostra storia e tradizione. Negli Stati Uniti è una delle feste più attese, soprattutto per i bambini che per tuta la sera intagliano zucche e girano per le case del quartiere a chiedere “dolcetto o scherzetto?”. Peccato che per gli italiani, Halloween rappresenti ormai praticamente solo un secondo carnevale, un evento puramente commerciale in cui mascherarsi e fare baldoria in eventi a tema organizzati per l’occasione. La storia di questa festa risale al VI secolo a. C. e celebrava la notte in cui gli spiriti del male si liberavano con gli spiriti dei morti, accendevano fuochi e offrivano sacrifici. Oltreoceano tali usanze le trasportarono gli europei che nel XVIII e XIX secolo vi si trasferirono, in particolare gli Irlandesi, dove confluirono due abitudini, una di origine cristiana e l’altra celtica, ma con lo stesso scopo: onorare i defunti. La maggior parte degli studiosi ritiene che il termine “Halloween” derivi dalla contrazione del medievale “All Hallows’ Eve”, dove Hallow è l’antico termine usato per indicare “Santo, mentre “Eve” significa vigilia. Altri credono invece che possa derivare anche da “All Hallows’ Even” in cui “Even” significa sera, visto che nella tradizione cristiana il giorno di festa comincia con il vespero (tramonto) della vigilia. Il problema è che come ogni anno da quando anche in Italia ha cominciato a diffondersi l’abitudine di festeggiare questa ricorrenza, è subito esploso il dibattito: quanto ci rappresenta davvero Halloween, quanto è parte integrante della nostra tradizione e quanto si può considerare “nemica” delle feste cattoliche di Ognissanti e della Commemorazione dei Defunti? Quest’anno i giudizi appaiono ancora più duri: il cardinale di Bologna Carlo Caffarra ha parlato di «brutta resa al relativismo dilagante», mentre a Torino l’arcivescovo Cesare Nosiglia ha detto chiaramente che «tale festa non ha nulla a che vedere con la visione cristiana della vita e della morte». Anche Paolo Gulisano, scrittore ed esperto di letteratura e cultura anglosassone, ha spiegato nell’intervista per IlSussidiario.net che «accanto ad alcuni elementi di neopaganesimo, la festa associa un business neopagano che ha estromesso del tutto gli elementi cristiani originari». Inoltre, spiega Gulisano, «in Halloween si riscontra un meccanismo particolare. Dando vita ad una celebrazione tra il carnevalesco e l’esoterico, si è realizzata la parodia del cristianesimo. Per dirla tutta, si tratta di un meccanismo di sostituzione del cristianesimo con delle sue parodie».
Vincenzo Pace, docente di Sociologia della religione all’università di Padova, replica però affermando che «Halloween non ha affatto soppiantato quella di Tutti i Santi. Il culto che la base cattolica riserva proprio ai Santi è tuttora solidissimo. Io vivo a Padova e vedo cosa avviene ogni giorno alla Basilica di Sant’Antonio. La tradizione del pellegrinaggio perdura così come, ripeto, non conosce crisi il culto dei Santi. Direi che resiste più della figura dello stesso Papa…». Pace respinge anche il nodo del relativismo: «Ricordo che le stesse figure dei santi sono relative, ciascuno ha il proprio “ambito” in cui esercita, secondo i credenti, una influenza».