Amanda Knox è finalmente tornata nella sua città, Seattle. Dopo quattro anni di carcere trascorsi in Italia, l’accoglienza festosa a suon di “welcome home” dei concittadini americani che hanno sempre fatto il tifo per lei, sentenziando un verdetto di innocenza già parecchio tempo prima che lo facesse la corte d’appello. All’arrivo all’aeroporto della sua città, Amanda e la sua famiglia hanno tenuto una breve conferenza stampa per salutare e ringraziare. Ad ascoltare c’erano ben 150 giornalisti. Amanda ha cominciato a parlare scherzando sul fatto che ha bisogno di ricordarsi di parlare in inglese, dopo quattro anni passati a parlare italiano. Poi, con la voce rotta e fra le lacrime, ha ringraziato la sua famiglia e tutti quelli che l’hanno sostenuta in questi anni. “Per me è importante dire grazie a tutti quelli che mi hanno creduto, che mi hanno difeso e sostenuto la mia famiglia”. Poi hanno parlato la madre di Amanda, Edda Mellas, e il padre Curt Knox, che hanno anche loro ringraziato per il sostegno.: “Non ce l’avremmo mai fatta senza tutti voi che ci avete sostenuto”. Nessuno dei membri della famiglia Knox, Amanda per prima, ha sentito il bisogno di ricordare Meredith Kercher, la compagna di casa di Amanda uccisa quella notte a Perugia. Lo ha fatto, l’unico l’avvocato americano della Knox che ha preso anche lui la parola. Un po’ tutta Seattle ieri ha festeggiato la ragazza: nelle strade, nelle vetrine dei negozi, si leggevano frasi come “Welcome home Amanda”. Durante il viaggio dall’Italia a Seattle, la famiglia Knox è stata rigorosamente tenuta al riparo dei giornalisti che viaggiavano con loro. Una volta giunti a casa, il padre di Amanda ha detto a un giornalista che nessuno riuscirà a trovare il posto dove adesso verrà portata la ragazza. Amanda ha già infatti ricevuto proposte milionarie per raccontare la sua storia sui canali televisivi americani, mentre voci ben informate parlano anche di una proposta editoriale per scrivere la propria autobiografia. Intanto sono state rese pubbliche alcune pagine degli appunti che Amanda predneva in aula durante le varie fasi del processo, ad esempio quando l’accus amostrò per la prima volta le foto del cadavere di Meredith. Amanda scrisse che non le avrebbe guardate: “Non posso vedere la mia amica ridotta così”.



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