Oggi la chiesa cattolica celebra Giosafat Kuncewyc. Martire e vescovo, nacque nel 1580 in Volinia, la zona comprendere le regioni dell’odierna Ucraina occidentale. I suoi genitori erano ferventi ortodossi. Giosafat, che ancora si chiamava Giovanni, crebbe e si formò nel periodo in cui erano forti gli scontri gli ortodossi, separatisi della chiesa di Roma, e gli Uniati, di rito greco. La diocesi di cui diverrà arcivescovo, in particolare, si trovava in Rutenia. Una regione che, allora, era passata, dalla Russia, sotto il controllo del re Sigismondo III di Polonia. Mentre le religione dei polacchi era quella del vescovo di Roma, i ruteni continuavano, come il resto della Russia, a professarsi greco ortodossi. Tra le distinzioni fondamentali, rispetto al cattolicesimo, il fatto che non riconoscevano al Pontefice l’autorità derivante dal fatto che fosse il successore di Pietro. Nel tentativo di una riunificazione, crebbero numerosi scontri.
Gli uniati, in particolare, dopo il Concilio di Firenze, erano tornati in comunione con il vescovo di Roma. Ne riconoscevano l’autorità, e condividevano con la Chiesa cattolica il contenuto fondamentale della dottrina. Mantenevano, tuttavia, riti e usanze proprie. Giovanni, nel 1604, decide di aderire ai greco copti e prende gli ordini monastici, modificando il suo nome in Giosat. Entrò nel monastero di della Santa Trinità, a Vilnius, retto dall’ordine di San Basilio. Lì iniziò la riforma che portò alla creazione dell’Ordine Basiliano di San Giosafat. Prese il sacramento sacerdotale nel 1609. E, nonostante le perplessità di molti, data la sua riservatezza, divenne un grande predicatore tanto che, nel 1617, fu nominato Archimandrita (nelle chiese orientali il superiore di un monastero) e, in seguito, vescovo di Polatsk, nell’attuale Bielorussia. In questa nuova veste, realizzò un catechismo, e restaurò la cattedrale. Scrisse anche diverse opere con l’obiettivo di dimostrare scrisse anche alcune opere per dimostrare l’origine cattolica della Chiesa rutena, relativa al gruppo etnico territoriale della sua zona di predicazione, discendeva e dipendeva, fin dal principio, da quella di Roma.
Dopo che, grazie alla sua predicazione, il monastero si ripopolò di monaci uniati, decise di fondarne altri, in particolare, a Byten e a Zyrowice. Nel corso di una delle sue numerose visite pastorali, fu circondato da un gruppo di ortodossi che lo colpirono fino a farli perdere i sensi, per poi buttarlo in un fiume, dove perse la vita affogando. Fu santificato nel 1867.