Sabrina Misseri e Cosima Serrano, figlia e madre, rinviate a giudizio per omicidio. E’ quanto ha stabilito ieri il gup di Taranto nella sentenza che rimanda a gennaio 2012 il processo vero e proprio sulla morte di Sarah Scazzi. Confermato tutto l’impianto accusatorio sulle due donne: lo strangolamento di Sarah è opera di Sabrina e Cosima, dicono il procuratore aggiunto di Taranto, Pietro Argentino, e il sostituto procuratore Mariano Buccoliero. Le loro parole sono state depositate in una memoria rilasciata al Tribunale del riesame che sta esaminando l’ordinanza di custodia cautelare per omicidio e sequestro di persona emessa per la cugina e la zia di Sarah lo scorso 26 maggio. Nella memoria si legge poi che l’omicidio si è tenuto in un arco temporale non superiore ai dieci minuti quando con assoluta certezza Sarah era in compagnia di Cosima e Sabrina: è dunque «chiaro che lo strangolamento di Sarah era opera delle due donne». Nella memoria si dice infine che Sabrina aveva un movente forte e preciso per uccidere la cugina: la gelosia nei confronti di Ivano Russo. Cosima invece era al corrente del movente e lo avrebbe condiviso, aiutando la figlia a porre in atto il terribile gesto. Secondo i due procuratori, Sarah Scazzi viene uccisa senza che la ragazzina riesca a opporre alcuna resistenza. E’ ciò che infatti suggerisce la consulenza del medico legale sul cadavere. Il fatto che sul suo corpo non sia stato riscontrato alcun segno di reazione vuol soltanto dire che a ucciderla erano in due: una, Cosima, la teneva ferma immobilizzandole braccia e gambe, l’altra, Sabrina, la strangolava: “Uno strangolamento solitario avrebbe consentito certamente alla vittima il pieno movimento di mani e piedi che nel caso di Sarah non vi è stato”. Ieri intanto Michele Misseri ha rilasciato una intervista televisiva esclusiva al sito de La Stampa in cui come sempre, si è ancora una volta auto accusato della morte della nipote. Ma a lui, evidentemente, gli inquirenti non credono più. L’uomo rimane accusato di aver nascosto il cadavere della ragazzina, su istigazione della moglie e della figlia.