Oggi la Chiesa cattolica celebra San Colombano. Nato attono al 542 e morto nel 615, a Bobbio, il 23 novembre, fu un abate irlandese, fondatore, in tutta Europa, di numerosi monasteri. Diede vita anche ad una regola, che sarà in seguito assimilata da quella dei monasteri benedettini. Quando ancora era in grembo alla madre, ella vide, secondo la leggenda agiografica, uscire dal suo seno un sole, indice del fatto che il figlio sarebbe stato luce per il mondo. Il giovane Colombano, oltre a leggere e a scrivere, aveva imparato a cavalcare e a usare la spada. A 15 anni, benché la madre si fosse opposta, decise di entrare in convento. Lasciata la famiglia, andò a vivere nel monastero di Clinish Island, dove studiò le Sacre scritture e apprese il Latino. Si trasferì in seguito nel monastero di Bangor, nell’Irlanda del Nord. Secondo la tradizione, fu qui che decise di dedicarsi alla peregrinatio pro Domino, girando il mondo per fondare nuovi monasteri. Visitò svariati territori, tra Francia, Germania e Gran Bretagna. In Burgundia, grazie alle concessione del re Gontrano, fondò tre monasteri: Annegray, Luxeuil e Fontaines. San Colombano e i compagni, inizialmente, si stabilirono ad Annegray, dove, per un periodo, vissero di elemosina. Quando la comunità monastica si espanse, si costruirono un nuovo centro a Luxeuil-les-Bains, con una chiesa dedicata a San Pietro e un altro a Fontaines, con una chiesa dedicata a San Pancrazio.



Fu nel 593 a Luxeuil, che scrisse la Regula monachorum, la Regula cenobialis, e il Paenitentiale. Con li tempo entrò in conflitto con l’episcopato, in particolare per il modo diverso con il quale intendeva calcolare la data della Pasqua; inoltre, entrò in conflitto con Teodorico II, re della Burgundia, e con la nonna di costui, Brunechilde, per averne criticato i comportamenti. Imprigionato e fuggito due volte, si dirette in Neustria, a Rouen e a Parigi, dove Clotario IIlo prese sotto la sua ala protettiva. Dal 611, su invito del re Teodeberto II d’Austrasia, diede vita all’evangelizzazione delle terre abitate dai Sassoni e dagli Alemanni. Nel 612 si recò a Roma, per chiedere a papa Bonifacio IV l’approvazione della sua regola. A Pavia, il re longobardo Agilulfo gli concesse protezione e la possibilità di costruire un monastero.



Si recò, infine, a Bobbio, dove nel 614, con il discepolo Attala, riparò l’antica chiesa di San Pietro, costituendo attorno ad essa delle strutture in legno che diventarono il nucleo dell’Abbazia di San Colombano. Per la quaresima del 615 si ritirò sull’eremo di San Michele, nei pressi di Coli, facendo ritorno al monastero tutte le domeniche. Morì, a 75 anni, a Bobbio, una domenica. Il suo corpo giace tutt’ora nell’abbazia accanto a quelli dei suoi successori. Viene considerato tra i fondatori dell’Europa cristiana. Benedetto XVI lo ha definto, infatti, un «santo europeo». Scrivendo a Papa Gregorio Magno, infatti, usò per primo l’espressione: “totius Europae”, “di tutta l’Europa”, riferendosi alla cristianizzazione di tutto il Continente.