Ci vediamo a Golosaria? La domanda sta rimbalzando in questi ultimi giorni, complice un passaparola incredibile tra la gente che mette andrenalina. Sabato alle 14 si apriranno le porte dell’Hotel Melià in via Masaccio a Milano e a quell’ora tutti i 100 magnifici produttori giunti da ogni parte d’Italia saranno ai loro posti, mentre al primo il sommelier Fabio Scarpitti starà servendo i 100 migliori vini d’Italia, che insieme a Marco Gatti ho selezionato per il decimo anno consecutivo. Le previsioni danno brutto tempo: un’ottima ragione per stare in città uscire di casa e passare una giornata divertente. Ci saranno i carretti da gelato dell’Agrimontana, all’ingresso, e ogni giorno ben 500 assaggi di gelato dei più celebri gelatieri del Golosario. Ma che dire dei piatti a base di pollo Milanino, la razza autoctona che è stata salvata dall’oblio grazie alla Provincia e all’Università di Milano.



In queste ore, dopo la presentazione al grattacielo di Pirelli di ieri, con oltre 100 giornalisti accreditati, il sito www.golosaria.it è preso d’assalto per scaricare l’invito. E a leggere i numeri colpisce la quantità di giovani che anche quest’anno verranno a farci visita. Durante la conferenza stampa abbiamo reso omaggio ad Andrea Berton, il cuoco del Trussardi alla Scala, recensito fra i primi proprio qui sul sussidiario, oggi indicato come il miglior cuoco della nostra GuidaCriticaGolosa che compie 20 anni. Poi Monia, titolare de L’Albero dei Gelati di Seregno ha preparato un gelato alla zucca con il prosciutto crudo di Marco d’Oggiono. Ma a Golosaria farà anche il gelato al cavolo, che sarà un leitmotiv di tutta la manifestazione. Tre giorni intensi, dove si intrecceranno storie, assaggi, e un’economia, quella del gusto, che vive sull’iniziativa di coloro che Gino Veronelli aveva battezzato gli “angeli matti”. Sono sei anni che mettiamo in mostra questo mondo a Milano e quasi mi commuove il pensiero che quel clima che si respirerà a Golosaria sarà il motivo per andare a fare la spesa in un certo modo, oppure per entrare in una trattoria o in un ristorante a rivivere le medesime atmosfere. Io credo che il lusso di un giornalista sia quello di conoscere i propri lettori, poterli salutare, guardare in faccia.



A Golosaria questo accade ed è l’inizio per rimanere insieme un anno intero: attraverso il Club di Papillon, ma anche attraverso i nostri libri (Adesso, è il libro più bello), tra cui il Golosario 2012, con ben 1100 pagine e la GuidaCriticaGolosa, con più di 700 pagine e oltre 5.000 mete. Ci troveremo ancora il prossimo anno insieme? La domanda serpeggia, ma propende più per l’ottimismo che per il pessimismo. Questo sistema che abbiamo messo insieme non può finire, ma deve rafforzarsi, ancora di più. È il messaggio che ci arriva dalla centinaia di cuochi che lasceranno le proprie cucine per venire a trovarci lunedì. Un sacrificio, ma anche la necessità di avere un luogo dove confrontarsi: fra colleghi, fra consumatori, fra produttori. Vi aspetto in tanti: non esserci è un peccato. A Golosaria!



 

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