Il maltempo, dopo le devastazioni di Genova, dove le alluvioni hanno provocato l’esondazione di tutti i suoi fiumi, e sei morti, non è intenzionato a dar tregua. Mentre nel capoluogo ligure si scava ancora nel fango, e si cerca di porre rimedio ai danni, l’allarme massimo cambia regione. In Piemonte c’è grandissima preoccupazione per il fiume Po e per tutti i suoi affluenti. Il corso d’acqua più lungo d’Italia si è giù innalzato oltre i cinque metri. A Piacenza, in particolare, si è registrato un tale incremento che si è verificato in anticipo rispetto alle previsioni. Intanto, nell’alessandrino, si registrano allagamenti e smottamenti su alcune strade, mentre sono state evacuate 500 persone e un campo nomadi. A causa dell’esondazione del Bormida, inoltre, numerosi campi di aziende agricolo sono stati allagati. Sempre in provincia di Alessandria è stato predisposto un piano di evacuazione, che contempla anche quella dei capi di bestiame.  A Torino il Po raggiungerà il livello massimo in serata. Il sindaco Piero Fassino ha disposto, per domani, la chiusura di tutte le scuole, nonché la sospensione delle lezioni al Politecnico e all’Università.



Saranno chiusi anche i centri diurni comunali per minori e per persone disabili. Analoghe misure sono state prese a Cuneo e ad Alba. E’ stata, inoltre, interrotta la circolazione dei treni tra il capoluogo piemontese e Savona mentre a Garessio e  Piantorre, nell’alto Tanaro sono stati raggiunti livelli idrometrici di elevata criticità. Gli innalzamenti preoccupano anche in Val Pellice, dove è crollato il ponte che collegava il centro del comune di Torre Pellice alle frazioni. «Le frazioni non restano, comunque, isolate e non si registrano danni alle persone», spiega, in ogni caso, l`assessore all’Ambiente e alla Protezione civile della Regione Piemonte, Roberto Ravello. Nel frattempo, il presidente della Regione, Roberto Cota, ha rinnovato ai cittadini l’appello al buon senso. «Troppa gente va a curiosare sui ponti e lungo i fiumi, mettendosi in situazioni di serio pericolo. Rinnovo per l’ennesima volta l’invito a stare lontani da luoghi a rischio».



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