Lo scorso 12 dicembre un extracomunitario originario del Senegal muore in circostanze poche chiare. Arrestato il giorno precedente, domenica 12 l’uomo, sofferente di asma, viene colpito da una crisi respiratoria. Il rapporto ufficiale di allora dice che appena resosi conto del suo stato di salute, venne chiamata una ambulanza, e che l’uomo morì poco dopo il ricovero in ospedale. Il senegalese era stato fermato dalle forze dell’ordine perché il suo permesso di soggiorno era scaduto: aveva infatti perso il posto di lavoro. Secondo la normativa europea sui rimpatri forzati che in Italia sarebbe entrata in vigore solo due settimane dopo l’episodio, l’uomo non sarebbe stato arrestato.Adesso spunta un video shock che mostra il senegalese nella cella dove era stato rinchiuso accasciarsi a terra durante la crisi d’asma. Quello che colpisce delle immagini è l’intervento di una guardia carceraria che accortosi dei problemi dell’uomo, apre la porta della piccola cella e se ne va, lasciandolo lì. Saidou Gadiaga si accascia a terra, non si sa dopo quanto tempo venga soccorso.
Il video è stato messo sulla Rete da Radio Onda d’Urto per richiamare l’attenzione su di un episodio che la procura, dopo le indagini del caso, ha dichiarato chiuso chiedendo l’archiviazione del caso. Per i responsabili della radio invece, l’associazione Diritti per tutti e il sito senegalese di informazione xelmi.org il caso va riaperto: vogliono sapere cosa accadde veramente e se ci siano delle responsabilità nella morte dell’uomo. Anche il consolato senegalese a Milano ha chiesto al nostro governo informazioni. Il portavoce di Italia dei Valori Leoluca Orlando ha fatto oggi una interrogazione parlamentare sul caso,chiedendo chiarimenti al ministero della difesa, a cui ha risposto il ministro La Russa dicendo che ne esiste già una di interrogazione parlamentare presentata al ministero compente che non è quello della difesa e che comunque si indagherà per accertare i fatti anche se si dice sicuro che, come in altri casi analoghi, l’Arma dei carabinieri ne uscirà del tutto pulita. Al momento il ministro si sente di esprimere tutta la sua solidarietà ai carabinieri.
Il video ha avuto una diffusione virale nella rete. Ne sono spuntate copie su youtube, condivisioni su Facebook, ed è stato riproposto da tutti i mezzi di informazione online. Quello che è stato uno strumento di denuncia potentissimo e diffuso dichiaratamente per scuotere le coscienze si sta pian piano trasformndo come i precedenti filmati Jihadisti o della morte di Gheddafi in un attrattore di curiosità, al di là del diritto di cronaca. Ora la scelta spetta a chi guarda, il video dell’attacco d’asma e della morte di Saidou è a distanza di un clic: la scelta spetta ai lettori.



Le immagini sotto riportate non sono adatte a un pubblico sensibile

 

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