“A me piace l’estate, ma è così bello l’inverno”. La frase non è mia ma riportata dallo scrittore Franco Piccinelli su suggestione del grande Giacomo Bologna. È diventato il titolo di un mio libro, scritto a quattro mani con Luca Doninelli, sette anni fa. Il fatto che l’inverno fosse bello, per noi ancora bambini, significava la neve e poi i mandarini. Credo non ci sia altro odore evocativo del calore di una famiglia che quello del mandarino, preludio del Natale. Quando si sbucciavano (i mandarini con i noccioli, non i mandaranci borghesi), le bucce venivano messe sul termosifone di casa, in modo che quell’odore permeasse tutta la stanza e oltre, fino a invadere il corridoio e le scale. Quanto è importante un odore? Moltissimo, e credo sia il descrittore di un ordine che ci viene a trovare. Cinque anni fa, mia moglie, suggestionata da un passo di don Giussani nel X capitolo del Senso Religioso, ha condiviso con me e poi con una ventina di amici l’idea di mettere nero su bianco questo essere sorpresi dalla gioia: come una nevicata, come un mandarino. È nato il libro Adesso, oggi alla quinta edizione, che ha la scansione di un’agenda, ma pretende di rincorrere la bellezza. La prima pagina del mese è dedicata all’ordine dell’universo, spiegato da Elena Notari, astrofisica, e, immediatamente sotto, l’ordine dei prodotti di stagione, raccolti da suo marito Maurizio Lega, agronomo, come suo padre e suo nonno.



Leggete quanta ricchezza c’è solo in questo mese.

Verdura: barbabietole rosse invernali, bietole, broccoli e broccoletti, carote, cavolfiori, cardi, cavolini di Bruxelles, cavoli (neri, rapa, cappucci bianchi e rossi, verza cinese), cicorie, cicoria catalogna, cime di rapa, cipolle, finocchi, indivia riccia e scarola, indivia belga, lattughe, patate, porri, radicchi, radici amare, radici di scorzonera e scorzobianca, rape, scalogni, sedano da coste e rapa, spinaci, topinambur, zucche, funghi cardoncelli.



frutta: arance, bergamotti, cachi, cedri, clementine, kiwi, limoni, mele, melagrane, pere.

pesce: calamari, cernie, gamberi di media grandezza, pesci spada, rana pescatrice, ricciole, triglie di scoglio, scampi.

Quanto basta per sbizzarrirsi in cucina…

Venerdì scorso ero con loro a Bordighera e usciti dal ristorante Elena ci ha fatto vedere le stelle leggendone l’ordine. Poi mi sono ritirato nella Villa Charles Garnier, residenza privata del celebre architetto francese oggi custodita dalla suore di San Giuseppe d’Aosta che hanno come vocazione proprio l’ospitalità. E lì mi sono letto la pagina del 1° dicembre di Adesso 2012.



“Ai confini del Sistema Solare, un gran numero di oggetti, pietre miste a ghiacci, orbita trattenuto dalla forza di gravità del Sole. Da laggiù il Sole è un puntino e i pianeti sono granelli impercettibili. La quiete di questi oggetti può essere turbata dal passaggio di una stella o dagli effetti di marea della Via Lattea. Allora la traiettoria di uno o più corpi cambia e inizia il viaggio verso l’interno del Sistema Solare. Immaginate di viaggiare sopra uno di questi grossi oggetti: piano piano vedreste apparire i pianeti e il Sole. Avvicinandosi al Sole la temperatura elevata fa sublimare i ghiacci superficiali, liberando i gas e le polveri che essi trattengono. Così si forma la splendida coda, anzi, in generale le due code, una di polveri e una di gas, in alcuni casi osservabili a occhio nudo. Lo sguardo di una cometa è uno spettacolo così straordinario che Giotto ha identificato l’osservazione della cometa di Halley con l’evento celeste che ha guidato i Re magi alla grotta dove era nato Gesù. Così è nata la tradizione della stella cometa del presepe.”

Grazie Elena, grazie Maurizio, c’è più cultura  in queste due “pillole” pubblicate sul nostro libro, che in tanti ragionamenti.

Ma questo l’aveva già detto un altro.

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