Il Papa, domani, visiterà il carcere romano di Rebibbia. Partirà alle 9.30 da San Damaso, in automobile, per poi raggiungere la chiesa della Casa circondariale alle 10. Qui, troverà ad attenderlo il ministro della Giustizia, Paola Severino, il capo del dipartimento della polizia penitenziaria Franco Ionta, il direttore del penitenziario Carmelo Conte e don Sandro Spriano e don Roberto Guarnieri, i cappellani del carcere. Il Pontefice, dopo aver ascoltato il saluto che gli rivolgeranno il ministro e Don Priano, terrà un discorso. Successivamente, dialogherà con i carcerati, che gli rivolgeranno delle domande. Temi del colloquio, saranno i disagi della vita carcerari, come il sovraffollamento, ma anche alcune questioni di natura spirituale. In particolare, ci sarà un detenuto che leggerà una preghiera scritta da lui stesso.
Dopo, il Papa regalerà ai detenuti 1300 panettoni, che gli furono consegnati il trenta novembre, in riconoscimento delle sue opere di carità, dai rappresentanti della Federazione italiana panificatori e pasticceri, al termine dell’udienza generale. Il Papa, infine, nel cortile di fronte alla casa circondariale, benedirà un cipresso piantato in occasione della visita. Tornato alle 11.30 in Vaticano, da Piazza San Pietro, come di consueto, reciterà l’Angelus. C’è grande attesa per l’evento, che viene salutato dal ministro come coincidenza felicissima. Secondo la titolare di Grazia e Giustizia, infatti, rappresenterà l’occasione per lanciare un messaggio in sostegno della tutela dei diritti umani che, nelle carceri italiane, troppo spesso sono calpestati. Il ministro ha espresso un tale auspicio ai microfoni di Radio Vaticana, all’indomani del piano “svuota carceri”. «Il fatto che le più alte istituzioni dello Stato e quelle religiose si occupino così intensamente del tema mi sembra un segnale di grandissima importanza. Naturalmente, quando parlo dei vertici non parlo di me, ma parlo del presidente della Repubblica, parlo di Sua Santità e questa visita credo che non solo recherà conforto a coloro che la riceveranno, ma darà un segnale molto importante della presenza, nei nostri cuori, nel nostro spirito e nelle nostre menti, del problema del carcere come uno dei problemi fondamentali della nostra vita e del nostro assetto sociale», ha dichiarato la Severino.
Il ministro, rivelando la sua esperienza persole, ha spiegato che ogni volta che ha messo piede in un carcere si è imbattuta in «un’avventura umana straordinaria,si incontra una profondità di sentimenti che non avrei mai immaginato». Poi, si è detta convinta di come il sentimento religioso sia fortemente avvertito dai carcerati e di come la visita del Papa potrà dargli sollievo.