Non era un sogno, quello del fioraio Giovanni Buccolieri. Il Tribunale del riesame di Taranto pensa invece sia un fatto reale, ed estremamente grave, quello che il testimone di Avetrana ha raccontato, smentito, lasciato in sospeso. Secondo il Tribunale infatti Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri sequestrarono di fatto Sarah Scazzi, obbligandola a salire sulla macchina di Cosima. Un passo decisamente importante ai fini di arrivare alla conclusione dell’indagine e cioè chi uccise la piccola Sarah. Come si sa infatti il fioraio di Avetrana, Giovanni Buccolieri, raccontò in prima istanza di aver avuto un sogno nel corso del quale avrebbe visto una macchina ferma in strada che poi si avvicinava a Sarah che stava camminando sulla medesima strada. Disse poi di non ricordarsi se aveva sognato o visto davvero l’episodio. Per il Tribunale del riesame che era stato chiamato a decidere sull’ordinanza che avrebbe o meno confermato il carcere per Cosima e Sabrina, detenzione che poi è stata confermata, il fatto grazie agli elementi istruttori a disposizione si è verificato “con probabilità sostanzialmente coincidente con la certezza”. Non c’è la certezza assoluta quindi, ma abbastanza per mantenere in carcere le due donne. A Cosima e Sabrina viene dunque contestato anche il reato di sequestro di persona: l’ordine rivolto dall’indagata – Cosima – nel contenuto e nel modo “risulta senz’altro idoneo ad incidere sulla libertà della vittima di determinarsi e agire secondo la propria autonoma e indipendente volontà”. L’ordine sarebbe appunto quello di salire sulla sua auto. Il comportamento di Cosima dunque “in astratto e in concreto” si legge nell’ordinanza, fu idoneo a esercitare costrizione sulla vittima: in tal modo le fu negata la libertà di autodeterminazione. Cosa successe poi in seguito a tale ordine, fa parte dell’impianto accusatorio nei confronti di Cosima e Sabrina. La ragazza venne portata nel garage di casa Misseri e qui sottoposta a una sorta di vendetta per aver scatenato la gelosia della cugina per le attenzioni che un ragazzo di Avetrana le rivolgeva. A quel punto uno scatto di ira incontenibile avrebbe portato all’omicidio.



Resta da capire se premeditato o appunto frutto della perdita momentanea della ragione. Le due donne ovviamente adesso come in precedenza negano ogni accusa. Le due donne sono già state rinviate a giudizio per omicidio nei confronti della ragazza.

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