Sarebbe stato confermato da persone vicine ai familiari dei rapiti. La nave Savina Caylyn è stata liberata. Presa in ostaggio da dei pirati somali l’8 febbraio di quest’anno, mentre si trovava vicina all’isola yemenita di Socotra, è stata finalmente rilasciata. C’è grande attesa da parte dei familiari dei 5 marinai italiani che erano a bordo della nave, mentre la città dalla quale provengono tre di loro, Procida, e nella quale si è diffusa la notizia della loro liberazione, freme per il loro ritorno. Pare che i pirati abbiano ricevuto il riscatto che avevano chiesto:  11,5 milioni di dollari pagati in due tranche da 8.5 e da 3. La prima parte sembra che sia stata versata questa mattina, all’alba. Assieme ai cinque italiani, c’erano 17 indiani, anche loro liberati. La loro presenza potrebbe aver complicato le trattative, dal momento che l’India è decisamente ostile e aggressiva nei confronti della pirateria. Pare che il denaro sia stato fatto cadere da un elicottero e che la prima tranche sia servita per liberare gli indiani, la seconda per gli italiani. Il presidente del Consiglio italiano Mario Monti ha espresso la sua più viva soddisfazione per la liberazione. Il premier ha espresso inoltre la sua vicinanze alla famiglie dei cinque, per le pene sofferte in questi mesi. I cinque marinai italiani sono: Giuseppe Lubrano Lavadera, comandante della nave, e Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, Gianmaria Cesaro, allievo di coperta, di Sorrento, Antonio Verrecchia, direttore di macchina, di Gaeta, ed Eugenio Bon, primo ufficiale di coperta, di Trieste. Il padre di Eugenio, Adriano Bon, ha detto che rilascerà dichiarazioni solamente solo quando avrà la conferma ufficiale della liberazione del figlio. Libera Lubrano Lavadera, invece, figlia del comandante Giuseppe, ha espresso la sua gioia nel suo status di Facebook: “Finalmente liberi”. Annarita Guardascione, sorella del terzo ufficiale di coperta, Crescenzo Guardascione, si è limitata a scrivere sulla propria pagina del social network: “Libero!!!”. Dal canto suo, la Farnesina, smentisce il pagamento di alcun riscatto.



Il ministero degli Esteri, inoltre, sottolinea come non si sia dato seguito ad azioni di tipo militare, come in molti avevano auspicato, per garantire la sicurezza dei cinque italiani a bordo. Con i pirati non sarebbe stata contemplata alcuna ipotesi di trattativa. 

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