Tahani al-Jibaly lo aveva detto più di un anno fa proprio a IlSussidiario.net, all’indomani del Meeting Cairo, rivelando un’apertura che molti fautori del senescente laicismo occidentale le potrebbero invidiare: «La religione ha molto da dire sulla vita, ma è sbagliato pretendere di conformare la vita di tutta la società ai dettami religiosi». Tahani al-Jibaly, magistrato, primo giudice donna in Egitto, vicepresidente della Corte costituzionale, seppe vedere nel Meeting del Cairo il primo, incredibile evento nel suo genere a riunire – nell’Egitto che precedette di pochi mesi la rivoluzione – quei musulmani e quei cristiani convinti che il cuore dell’uomo fosse innanzitutto animato dal desiderio del vero.
E aggiunse anche, a fugare ogni dubbio: «la religione autentica non deve spingere a ritirarsi dalla vita, ma ad affrontarla. Ma allo stesso tempo è sbagliato pretendere che l’intera vita sociale sia regolata automaticamente da dettami religiosi. Il ruolo della religione è più che altro quello di formare la coscienza delle persone: insegnare loro a fare il bene, amare il prossimo, compiere il loro lavoro in modo onesto».
Offriamo ai nostri lettori un pensiero che la signora Tahani al-Jibaly, di fede musulmana, ha inviato a IlSussidiario.net in occasione del Natale.
Il dolce anniversario della nascita del Messia, quest’anno, giunge quando lo spirito di libertà e la speranza di affrancamento dall’ingiustizia stanno avvolgendo l’intera regione araba. Lo spirito della rivoluzione dei nostri popoli, infatti, non è altro che l’aspirazione verso i supremi valori umani, incarnati dalla vita del Messia. Al grido di “pane, libertà, dignità umana, giustizia sociale”, il nostro popolo egiziano si è adoperato per liberare anima, corpo e mente, con il desiderio di affermare il valore dell’essere umano, al quale Dio ha concesso l’onore di essere il Suo vicario in terra. L’anniversario della nascita del Messia ci offre l’esempio più alto al quale ispirarci, poiché con la Sua lotta e i valori supremi che ci ha donato, incarnati in forma umana per mezzo dello Spirito Santo, ha insegnato all’umanità che la salvezza si realizza attraverso la tolleranza e l’amore.
Al Salvatore – che porta su di sé la sofferenza di tutta l’umanità, offrendoci un modello di sacrificio e redenzione da imitare – va il doveroso omaggio, proprio nel giorno dell’anniversario della Sua nascita, di tutte le persone libere del mondo, che si sono ribellate all’ingiustizia e alla tirannia, tentando di ristabilire giustizia e libertà.
Quanto hanno bisogno i nostri spiriti e le nostre menti che l’anniversario della nascita del Salvatore ci dia la certezza della vittoria! Il Messia, che ci ha insegnato a cambiare il mondo con l’amore, ordinandoci di amare i nostri nemici, ci aiuta a restare saldi, resistendo all’ingiustizia in un mondo sconvolto, nel quale tuttavia vi sono uomini che, sull’esempio del Salvatore, si sforzano di difendere i valori dell’amore, della pace, della giustizia e della libertà. Noi ci sentiamo tutt’uno con la vita di questo eccelso Salvatore, una vita fatta di sacrificio e redenzione per liberare l’umanità intera.
(Traduzione dall’arabo di Elisa Ferrero)