Oggi è Santo Stefano. Il primo martire cristiano. E, in tale occasione, Benedetto XVI, durante l’Angelus in Piazza San Pietro, ha voluto dedicare la sua riflessione ai martiri di oggi. In particolare, alla strage di cristiani avvenuta in Nigeria. Ieri, a Natale, sono stati uccise 40 persone per la religione che professavano. E, sommate a quelle degli ultimi giorni, si è, ormai, a 110. Almeno, stando al bilancio iniziale, ancora approssimativo e destinato ad aggravarsi. Tra gli attentati che hanno insanguinato il giorno della nascita di Cristo, il più efferato è stato consumato nella chiesa cattolica di Santa Teresa a Madalla, nello stato confederato di Niger, a 45 chilometri circa di distanza circa dalla capitale federale, Abuja. Un’autobomba è stata fatta esplodere mentre i fedeli stavano uscendo da messa. 40 persone hanno perso la vita, e 50 sono rimaste ferite. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo islamico Boko Haram, che da alcuni anni, ormai, imperversa nel Paese.
Il Papa ha detto che queste morti hanno portato «lutto e dolore» e chiesto che «si fermino le mani dei violenti». Poi, ha fatto presente che la violenza non può fare altro che condurre al «dolore, alla distruzione e alla morte». Ed ha aggiunto: «ho appreso con profonda tristezza la notizia degli attentati che, anche quest’anno nel Giorno della Nascita di Gesù, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese della Nigeria». Il Pontefice, manifestando la sua vicinanza alla comunità cristiana nigeriana, ha invitato i fedeli e pregare per le vittime. Poi, ha lanciato un appello: «affinché con il concorso delle varie componenti sociali, si ritrovino sicurezza e serenità». Benedetto XVI ha constato che oggi, come nell’antichità, aderire fedelmente al Vangelo può significare dover dare per esso la vita; in Nigeria ma, ha precisato, anche in molte altre zone del mondo, dove i cristiani sono «sono esposti a persecuzione e talvolta al martirio». Ricordando il Santo celebrato oggi, ha tuttavia voluto ricordare che il sangue versato per Cristo non è mai inutile; chi persevererà sino alla fine, conservando la fede, sarà, infatti, salvato.
Ratzinger, infine, ha voluto rivolgere, in particolare, una supplica a Maria, «Regina dei martiri», perché i cristiani riescano ad avere la forza di conservare la volontà di bene anche nei confronti di coloro che li perseguitano.