Dicono che ci siano meno luci in questo Natale e in effetti un po’ di austerity la si avverte, ma il Natale è indissolubilmente legato ai colori. Quanto abbiamo bisogno dei colori (ma anche degli odori) per ritrovare dei punti di riferimento? Leggo e rileggo, nello stand del padiglione 4 dell’Artigiano in Fiera, il libro di cui vado più orgoglioso: Adesso, 366 giorni da vivere con gusto. E in un giorno di dicembre mi sovviene la pillola sulle piante di Natale e sul simbolo dei colori.
“Molte tradizioni ‘verdi’ legate al Natale e all’anno nuovo sovrappongono una lettura cristiana a un originario significato magico: come il melograno, che già presso i Greci era simbolo di fertilità, piantato da Venere nell’isola di Cipro. Secondo i Celti bastava gettare qualche foglia d’agrifoglio addosso a belve feroci e cani rabbiosi per ammansirli all’istante; a Roma questo sempreverde era sacro al dio Saturno e veniva utilizzato durante i Saturnali come simbolo di salute e felicità. Per i cristiani, invece, le sue foglie spinose simboleggiano la corona di spine mentre le bacche rosse rappresentano il sangue di Cristo nella Passione. Quanto al ginepro, Greci e Romani ne bruciavano il legno odoroso come un incenso, anche per scacciare i serpenti, e il succo di foglie e bacche era considerato un toccasana contro i morsi delle vipere. Una simbologia che è stata mantenuta nella tradizione cristiana: il serpente è il diavolo, il ginepro è Gesù, e il succo delle bacche è la confessione”.
Be’, è bello recuperare il senso dei simboli della festa più cara dell’anno e ci vuole proprio la casualità di un libro come questo, da sfogliare insieme in famiglia, perché internet non ci dà il criterio di giudizio per cercare con gusto un’informazione. Quest’anno lo avranno in casa circa 20mila persone, che sono tante per un editore piccolo e tanto poche per il valore di un libro che è ricco e bello, compagno quotidiano di ogni mattina e sera quando si esce e si torna a casa. Voi direte che “ogni scarrafone è bello a mamma sua”, ma questo libro mi strugge al pensiero che potrà portare bagliori di gusto in quel mondo speciale che è una famiglia nella sua casa.
Leggete ancora questa:
“Recuperate la struttura (senza il tessuto) di un ombrello rotto e procuratevi una confezione di fili luminosi, con cui solitamente si addobba l’albero di Natale. Tutto ciò che dovrete fare è “agghindare” la struttura con le luci. Il lavoro è già pronto: appendetelo al soffitto o sopra al tavolo e avrete un bellissimo cielo stellato. Naturalmente è necessario posizionarlo nelle vicinanze di una presa elettrica, altrimenti le stelle non si accendono…”
E ora, nella foto di questo post, la vignetta che ci ha regalato Guido Clericetti, che appare nel mese di dicembre di Adesso 2012: bellissima, folgorante!
Vediamoci all’Artigiano in Fiera. Solo qui lo potete acquistare con la scatola che lo avvolge e la firma dell’autore. È il regalo più bello da fare a voi stessi… ma anche agli altri.